Stefano, l’uomo che abita in una tomba romana sotto la necropoli di Tuvixeddu a Cagliari, si racconta.
Siamo andati a trovarlo a un mese di distanza dalla precedente intervista con la quale lo abbiamo “scoperto”.
Lo incontrammo mentre riposava sul resto di una decadente villa del primo Novecento, a bocca di grotta, sulla soglia di un sepolcro romano, come in una linea tra la modernità (il nostro mondo) e l’antichità.
BARBA E CAPPELLI curati (rispetto alla volta scorsa), sguardo lucido, pensieri e parole: Stefano, l’uomo che vive ai margini della società e – fisicamente – del capoluogo sardo, si racconta e ci parla della sua scelta di vita.
Carattere schivo, è difficile che chieda qualcosa anche se ha bisogno di vestiario, cibo, acqua.
Ogni sera per rientrare “a casa”, nella sua dimora di fortuna a metà pendice di Tuvixeddu, risale un centinaio di scale che collegano viale Sant’Avendrace con l’area archeologica sovrastante e, trascinando una valigia – a volte piena altre volte un poco meno – Stefano si ingrotta nuovamente.
CUCINA su una rete arrugginita, dorme per terra, offre cibo ai gatti della necropoli che però – a suo dire – “sono selvatici e non si fanno vedere“.
Quanti uomini e quante donne soffrono nelle nostre città? E magari non chiedono nulla, o aspettano che siamo noi a chieder loro: ti serve una mano? Cosa ti è capitato?
Nell’era dei Social network e della comunicazione da tastiera e smartphone, dove tutti o quasi siamo più tecnologici, le storie come quella di un uomo che vive sottoterra, appaiono paradossali. Ma, viste come un bicchiere mezzo pieno, insegnano che nella vita c’è sempre da stupirci. E da imparare.
Puntata di #storienascoste a cura di Marcello Polastri.
Ha collaborato Alessandro Congia e Mauro Desogus.
IL VIDEO è stato pubblicato sul quotidiano Casteddu On Line a corredo del reportage di Marcello Polastri.