Intorno alla necropoli di Tuvixeddu a Cagliari vivono ancora persone disperate senza lavoro.
Non si pensi però a clochard o immigrati clandestini. Ma a sardi che da anni vivono in condizioni incredibili.
Si, avete letto bene: a Tuvixeddu si vive ancora nelle grotte e nei ruderi.
È quel che accade esattamente a Cagliari, capoluogo della Sardegna dove secondo la RAI che ha appena realizzato un reportage, a due passi dai nuovi percorsi archeologici preannunciati dal Sindaco Massimo Zedda e dall’assessore al verde pubblico Paolo Frau, “vivono ancora persone disperate senza lavoro“.
I “nuovi” percorsi nella necropoli più grande del Mediterraneo preannunciati 2 giorni fa dai giornali (una passerella realizzata nel 2000, ora recuperata tra le tombe e per fortuna la tanto attesa cartellonistica), possono solo minimamente distogliere l’attenzione dai veri problemi del Colle.
Infatti, le novità che verranno inaugurate in occasione della Manifestazione Monumenti Aperti, sabato e domenica prossima, contrastano ma solo in parte un grande degrado, umano e culturale, al quale far fronte.
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Sul fatto che le persone continuino a vivere sopra e sotto il colle, a ridosso di viale Sant’Avendrace, in quelle aree assai degradate di Tuvixeddu, è stato fatto il punto della situazione dal giornalista Stefano Fumagalli del TGR della RAI, che ha incontrato gli abitanti accanto alla Necropoli.
IL SERVIZIO mandato in onda l’11 maggio, durante il TG regionale delle ore 14, ha mostrato immagini di grotte e case abitate da persone che vivono “ai margini”.
GLI INTERVISTATI hanno manifestato i propri timori e le insicurezze su un futuro incerto, per essi e per le loro dimore di fortuna: “Noi prendiamo i bidoni per riempire le cisterne“.
Tra loro, anche un bambino. Che fine faranno? Per quanto potranno restate ai margini della necropoli?
Vivere “in grotta nel terzo millennio”, evidentemente, a Cagliari si può. Guarda il video.