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Anche il 2016 volge al termine (scrivemmo allora), e nel Tunnel sotto via Castelli non passa una sola automobile: è degradato, il tunnel, perchè abbandonato da più di un decennio.
Alla faccia del malcontento di quanti risiedono in zona, in particolare nelle case popolari di via Castelli a Tuvumannu.
Nonostante i pericoli siano siano dietro l’angolo: fenditure nel terreno e ai margini del tunnel, ed anche sulla facciata dei vicini palazzi.
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EPPURE IL TUNNEL avrebbe dovuto smaltire il traffico veicolare. Largo oltre 10 metri ed altrettanto alto che avrebbe dovuto collegare la strada a partire dalla rotonda di via Cadello passando sotto il Colle Tuvumannu, la via Is maglias per poi sbucare da Tuvixeddu alla zona di via San Paolo con un tratto sopraelevato.
Nel gennaio 2006 fu l’onorevole Silvio Cherchi a presentare una interrogazione su questo problema sotto gli occhi di tutti.
Nel 2014 un servizio di Striscia la notizia mostrò all’Italia intera questa incompiuta colossale.
UN SOGNO INFRANTO dunque. Sia per i sopraggiunti vincoli archeologici e soprattutto ambientali.
Il “caso Tuvixeddu” e Tuvumannu racconta dei lavori ped tunnel furono sospesi, lasciando a Cagliari una triste eredità: una profonda ferita a ridosso della scuola Italo Stagno di via Is Mirrionis, ben visibile dalla via Tuvumannu dove ancor oggi, una specie di piscina larga 20 metri, profonda 15 e lunga più di 400 metri, e solo in parte dotata di soletta cementizia, è divenuta un acquitrino.
Chiunque attraversa la zona a piedi evita di passare sul ciglio della “voragine” data la sua profondità, considerate anche le pareti sdrucciolevoli, e dove sulla roccia e sui palazzi vicini si osservano fenditure.
Nell’acqua stagnante che invade il cantiere sotterraneo sguazzano girini e rane che la notte intonano la ninnananna agli abitanti della zona.
Sarà ancora così l’ultima notte dell’anno, di questo 2016 che non ha certo segnato una svolta per questo problema oramai atavico.
Che il 2017 sia in tal senso un anno migliore? Non ci resta che augurarcelo.