Cagliari vista dal mare

Tre giorni di cultura: Cagliari, dal 1943 a oggi!

 Dopo la promessa che Marcello Polastri,Cagliari oggi. Nel 1943 era stata rasa al suolo. Presidente del GCC, ha fatto ad alcuni “signori e signore di una certa età” durante una nostra passeggiata culturale è  nato questo evento: Cagliari dal 1943 a oggi, una città rinata dalla guerra. Tre giorni di cultura sulla città e la guerra, i suoi rifugi e ospedali in grotta. Appuntamenti: il 17, il 19 e il 20 Febbraio, Chiesa di Santa Chiara, piazza Yenne a Cagliari…

 

Ciao e bentrovati!

Lo avevamo promesso durante una passeggiata culturale nel quartiere Castello mentre visitavamo, divertendoci con i racconti degli anziani presenti, i passaggi segreti del centro storico.

Tra i ragazzi grandi e piccini, c’erano anche loro: i protagonisti della seconda guerra mondiale a Cagliari. Signori e signore che ci hanno raccontato alcuni dettagli sui rifugi sotterranei.

E, caso strano, ecco la domanda, un poco provocatoria che riecheggia, pronunciata quasi con un certo timore da due signore: “perchè non organizzate una giornata per ricordare Cagliari del passato, al tempo della guerra?”.

E perchè no, hanno erisposto i ragazzi del Gruppo cavità cagliaritane, Diego scano prima di tutti. Infatti – ci siamo detti – possediamo immagini, storie, racconti da illustrare. Magari in una comoda sala.

Dalla domanda è nata la risposta, dalla risposta un incontro tra esperti di storia e cultura sarda. Eccoci, abbiamo organizzato il seguente evento.

Ringrazio chi lo ha sollecitato, i ragazzi del GCC per il supporto, la Società storica di Sant’Anna (nella persona di Giancarlo Luzzu) che ospiteranno la tre giorni culturale.  

Grazie anche a Sergio Orani e a Fabrizio Raccis, per la loro passione. Il primo collezionista di immagini, il secondo autore di poesie, che mi hanno ricordato di organizzare per tempo l’evento. Un evento al quale siete invitati. Vi aspettiamo!

Con simpatia,

Marcello Polastri

Cagliari dal 1943 a oggi: una città rinata dalla guerra.

Tre giorni per non dimenticare la città ai tempi della guerra, i suoi rifugi e ospedali in grotta.
Immagini, storie, riflessioni tra poesia e cultura.

 

Cagliari, nel 1943 è stata rasa al suolo.Si svolgerà a Cagliari dal 17 al 20 febbraio 2011, un evento da non perdere interamente dedicato alla storia della città durante la seconda guerra mondiale, ai suoi protagonisti.

La tre giorni di conferenze, proiezioni di immagini e dibattiti, che si intitola “Cagliari dal 1943 a oggi, storie e protagonisti di una città rinata dalla guerra”  è stata ideato da Marcello Polastri, Sergio Orani, Giancarlo Luzzu, in collaborazione con la storica Società di Sant’Anna, la Chiesa di Sant’Anna in via Azuni e le associazioni Gruppo speleo archeologico Cavità Cagliaritane e Gruppo Historicas e sta coinvolgendo le scuole cittadine. Ci sarabbo eventi collaterali come: una mostra con le immagini di Mario Rattu, una messa celebrata da Don Luciano Pani e una visita guidata nei luoghi della memoria.

L’evento si preannuncia interessante: terranno le conferenze e guideranno la passeggiata culturale Marcello Polastri e Sergio Orani, che della storia di Cagliari sono profondi conoscitori per raccontare quei fatidici giorni del 1943, quando il 17 febbraio, il 26 e il 28 la città subì i terribili bombardamenti.

Allora, mentre i palazzi crollavano sotto le bombe, a salvare la vita a tanti cittadini furono i rifugi di guerra allestiti nelle grotte che abbondano in città, e che gli speleologi del Gruppo Cavità Cagliaritane esplorano da diversi lustri. 
 

Pochi ricordano, ma in quei rifugi nacquero anche belle storie, furono allestite le radio per comunicare con il mondo di fuori, e nel sottosuolo si scandivano momenti di vita a noi poco noti.

Ora, riscoprirli, è possibile con le videoproiezioni in  sala che precederanno una passeggiata culturale organizzata da esperti:  Polastri, 31 anni, presidente del Gruppo Cavità Cagliaritane ha esplorato la maggior parte dei rifugi di guerra, mappandoli e documentandoli con immagini e video mentre Sergio Orani, 62 anni, collezionista di foto d’epoca, unirà all’esperienza di Polastri la sua rara collezione di fotografie che spaziano dalla fine dell’Ottocento ad oggi. 

Entrambe autori di libri e saggi, illustreranno al pubblico “la storia di una città dilaniata dalle bombe e che non volle morire”, con pause di riflessione scandite dalle poesie di Fabrizio Raccis che preceranno gli interventi del pubblico. Sono stati invitati anche coloro che hanno avuto un ruolo importante nella città dilaniata dalle bombe. 

Una tre giorni da non perdere che avrà inizio il 17 febbraio (ricorrenza del bombardamento) alle ore 18 nella Chiesa monumentale di Santa Chiara in piazza Yenne con il documentario di Sergio Orani. Il sabato successivo, sempre alle 18, via alle “immagini dal sottosuolo, tra rifugi di guerra e vecchi ospedali dimenticati” che Polastri illustrerà, portando in sala “due protagonisti che hanno visto con i propri occhi il dramma della guerra, qui, in casa nostra, nella nostra amata città”.
Domenica mattina, alle ore 10, si terrà una passeggiata culturale nel quartiere Stampace, alla scoperta dei rifugi di guerra e dei monumenti ricostruiti in città. A filmare gli eventi, gratuiti e aperti al pubblico, ci saranno le telecamere di Infochannel Tv.

Gli ideatori di questo evento leggeranno anche i bollettini di guerra rintracciati negli archivi storici, documentando che l’Armistizio dell’8 settembre 1943 mise fine ai bombardamenti aerei sulla Sardegna quando la zona centrale di Cagliari era ridotta ad un desolante ammasso di rovine. Dei 4500 fabbricati che allora costituivano il patrimonio edilizio della città, oltre 700 erano stati rasi al suolo, 540 gravemente danneggiati e 2300 privi di infissi a causa degli spostamenti d’aria.
 

Oltre agli edifici residenziali, le bombe avevano colpito anche le sedi delle istituzioni, le mura medievali ei bastioni, l’Ospedale Civile, il Teatro Civico e molte chiese come ad esempio Santa Caterina, San Domenico,  Sant’Agostino e quella della Madonna del Carmine erano andate distrutte. Il porto era inagibile.  “E Cagliari – sostiene Sergio Orani – era una larva di città, disabitata e invivibile anche per mancanza di acqua potabile e di elettricità”. “La popolazione – afferma Marcello Polastri – era in larga parte malamente alloggiata nei paesi dell’interno, contava non meno di 40mila senzatetto, e tanti oltre ad essersi rifugiati durante i bombardamenti nelle caverne, andarono a vivere nelle grotte dell’Anfiteatro e di Tuvixeddu”. 

Appuntamento a giovedì  17 e Sabato 19 Febbraio, alle ore 18, nella Chiesa di Santa Chiara. Seguirà  domenica 20, la passeggiata culturale.

 

SINTESI DEGLI EVENTI

Giovedì 17 Febbraio ore 18, Videoproiezione del documentario di Sergio Orani. Chiesa di Santa Chiara.

Sabato 19 Febbraio ore 18, Conferenza di Marcello Polastri. Chiesa di Santa Chiara.

Domenica 20, di mattina, alle ore 9,30: passeggiata culturale “nei luoghi della memoria”. Poi deposizione della corona “ai caduti” nei rifugi di guerra.

Don Luciano Pani celebrerà la messa.

Nb. Il luogo dell’incontro sarà comunicato in sala.

 

Approfondimento.

Perché il 17 febbraio?

 

 

Mercoledì 17 Febbraio 1943 ci fu un gravissimo spezzonamento di Cagliari, Quartu e Gonnosfanadiga.

La Forza attaccante era costituita da 70 bombardieri di  alta e media quota scortati da 35 caccia P 38.

Obiettivo: aeroporti del Basso Campidano. A causa del cielo coperto le bombe a frammentazione colpiscono i centri abitati.   

Incursione sulla Base di Elmas: alle 14,06 una prima formazione di 24  B 17 sgancia 3296 spezzoni e 12 bombe da 500 lb. mancando l’obiettivo. 

Incursione su Cagliari: alle 14.10 una seconda formazione di  B 17 spezzona la Base navale, la parte alta di Stampace, Castello e Villanova.

Vittime: morti 165 civili e 44 militari, feriti 292. Gli ordigni investono anche  Quartu, uccidendo 8 civili e ferendone 19, e la zona del Margine Rosso dove perdono la vita 2 soldati del 409mo Btg. costiero, impegnati nei lavori di fortificazione.
     

Incursione su Gonnosfanadiga: alle 14.45 una formazione di 12 B 25  diretta verso l’aeroporto di Villacidro spezzona Gonnosfanadiga. Morirono sul colpo 77 civili e 6 militari.

L’obiettivo principale non viene localizzato e risulta infruttuoso anche l’attacco al campo di Decimo. 

Incursione sull’aeroporto di Decimomannu: alle 15.00 una formazione di 15 B 26  sgancia 1116 spezzoni sul campo di volo, ma con scarsi risultati.

Azione della difesa: poco efficace, sembrerebbe per le cattive condizioni atmosferiche, a causa delle nubi. Perdite alleate: 2 B 26 caduti nelle campagne tra  Nuraminis e Samassi ed un terzo aereo precipitato al largo dell’isola di S.Pietro.

Quando con l’Armistizio dell’8 settembre 1943 i bombardamenti aerei sulla Sardegna ebbero termine, la zona centrale di Cagliari era ridotta ad un desolante ammasso di rovine. Il patrimonio edilizio della città era composto da circa 4500 fabbricati. Questi, prima della guerra, erano palazzi e case: 720 erano stati rasi al suolo, 540 gravemente danneggiati e ben 2300 privi di infissi. Gli spostamenti d’aria nli avevano disintegrati.

Oltre agli edifici residenziali, le bombe avevano colpito anche le sedi delle istituzioni, i bastioni spagnoli, l’Ospedale Civile, il Teatro Civico e molte chiese, di cui S.Caterina, S.Domenico, S..Agostino e quella della Madonna del Carmine erano andate distrutte.

Il porto era quasi inagibile per le gravi condizioni in cui versavano le scogliere di posa di moli e  banchine e la distruzione tanto delle strutture di servizio che delle  attrezzature fisse. 

Cagliari divenne una città pressoché disabitata, perchè invivibile. Mancava l’acqua potabile e l’elettricità. La popolazione, in larga parte era malamente alloggiata nei paesi dell’interno, contava non meno di 40mila senzatetto. E molti abitavano nelle grotte dell’Anfiteatro romano e di Tuvixeddu. Una miseria. Che tristezza. Sensazioni che, a detta di molti protagonisti del periodo, sono “comprensibilmente indimenticabili”.

 

Tratto da: Storie di guerra, di M. Polastri.

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