“Correte, è stata scoperta una cosa antica”. Presto detto e presto fatto. La telefonata che raggiunge la nostra associazione è di un abitante del quartiere Sant’Avendrace. Una persona che, per puro caso, ha scoperto una vasta cavità sotterranea sul retro di un locale (VIDEO).
“Incaricato quale fiduciario per affittare lo stabile – ci racconta – ora scopro che, al suo interno, esiste un inaspettato angolo di storia, è incredibilmente suggestivo” ci racconta indicando con la mano il fondo della stanza.
LETTI DI MORTE. Laggiù, dietro a una malridotta tenda, le lampade illuminano un passaggio sotterraneo. Sopra questo cunicolo, una parete murata che probabilmente chiude una seconda caverna.
E poi, la sorpresa, poco oltre quello che sembrerebbe un ex garage con annessa una stanza scavata nella dura roccia.
All’interno dell’ipogeo che si addentra sotto i palazzi della zona, i letti di morte degli antichi.
Le pareti, interamente modellate nella candida roccia, destano stupore con una sequenza di grandi arcosoli: furono usati, nel lontano passato, per seppellire i cari estinti quando Cagliari diventava grande sotto il dominio di Roma.
Ci troviamo in Viale Sant’Avendrace, a due passi dal Vico I. E’ questo il luogo della riscoperta che riguarda una testimonianza della storia che fu.
Un sito remoto, dimenticato dall’uomo moderno o meglio, usato in gran segreto e sconosciuto ai più. Lo denota l’impianto elettrico costruito nelle oscirità della terra.
La sepoltura è integra, risparmiato dall’espansione edilizia, nascosta dentro un locale commerciale che, “per via della crisi economica” (ci è stato detto), “ha chiuso i battenti”.
Durante la nostra ispezione abbiamo anche notato che un grande pilastro di cemento sorregge la volta della caverna. Ragnatele e tracce di stucchi antichi si alternano nel chiaroscuro della roccia.
Tracce di scalpello e sul pavimento una invasione di grandi bidoni di latta.Appare chiaro che questa cavità è stata concepita come un ampio cubicolo sepolcrale e faceva parte della necropoli antica di Tuvixeddu, la città dei morti, alle porte della città dei vivi di allora.
Forse il manufatto è coevo alla vicina Tomba di Attilia Pomptilla, la celebre Grotta della Vipera.
Gli arcosoli alle pareti, seppure invasi da parecchie masserizie, denotano l’uso funerario del luogo che a millenni di distanza dalla sua origine presenta gli incavi per deporre le salme.
Come sempre facciamo in questi casi, oltre a firmare un articolo per informare i nostri affezionati lettori, abbiamo anche inviato una segnalazione alla competente Soprintendenza archeologica allegando, quale omaggio per gli studiosi, alcune immagini realizzate dal fotografo Alessandro Congia.
Consideratelo un atto d’amore per la nostra città, Cagliari, la città del sole che presenta anche parecchi manufatti sotterranei. E non per questo… meno importanti.
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