Alcuni non ci crederanno ma il Poetto venne per davvero schiaffeggiato dagli tsunami, da onde anomale. Un esempio? Nel 1817. Quell’anno, sulla spiaggia di Cagliari si sprigionò il finimondo.
Si verificò infatti una impressionante mareggiata scavalcò infatti il litorale del Poetto e dopo aver invaso la salina di retrospiaggia, inondò a chilometri di distanza i vigneti di Medau su Cramu e Is Arenas lasciandovi “enormi quantità di pesce marino“.
L’uva che sarebbe stata trasformata in buon vino finì per marcire, così le viti che rimasero per lunghi giorni a mollo nell’acqua salata.
Un fatto dannoso quindi e che, se da un lato potrebbe apparirebbe surreale, rivive per davvero nelle testimonianze delle fonti scritte.
Si racconta infatti che quelle onde anomale che lasciarono sui terreni “enormi quantità di pesce marino“, giungendo nel cuore del bacino di Molentargius.
A quei tempi, i casotti, ovviamente non erano stati ancora pensati, ed in conseguenza all’incredibile mareggiata, gran parte delle saline furono invase dalla fanghiglia e i loro argini sconquassati.
Questa testimonianza “inedita e oltremodo interessante” è “capace di configurare i contorni di una sorta di tsunami, capace di percorrere quasi due chilometri oltre la spiaggia, allagando aree elevate circa 3 metri sul livello del mare” è stata rispolverata nel 2007 dall’architetto Marco Cadinu che l’ha citata nel volume Il tesoro delle città.
Il singolare evento, simile appunto ad uno tsunami, unito alle costanti mareggiate che nel 1800 colpivano il litorale del Poetto, indusse le autorità dell’epoca a ragionare sulle sorti delle vicine saline di Cagliari e ad intervenire per ovvie questioni tecniche in un ambiente naturale che si dimostrava ostile e, per certi versi, estremo.
Insomma, le zone del Poetto e dell’adiacente Stagno si dimostrarono aperte ad eventi meteorici di straordinaria potenza. Era necessario porvi rimedio. Del resto, la storia ci insegna che fin dai primi anni dell’Ottocento, le abbondanti mareggiate devastarono tutti gli impianti esistenti nelle saline.
Fu nel 1838 che l’allora Direttore delle Saline di Cagliari decise di risolvere il problema delle abbondanti mareggiate in occasione della costruzione di nuovi argini a protezione delle caselle salanti.
Anche per queste opere artificiali poste dinnanzi alla forza della natura sprigionata dal Golfo degli Angeli sul litorale sabbioso del Poetto, la stessa spiaggia subì con il passare del tempo delle modifiche: da un lato è probabile che parecchia sabbia si sia ritirata altrove, facendo perdere ai Cagliaritani i soffici e scintillanti granuli tanto cari ai bagnanti che amano il Poetto.
Ma questa è un’altra storia che un giorno vi racconteremo.
Pubblicato 11 Nov 2018.