Una delegazione speleologica sta monitorando in queste ore i sotterranei di Cagliari. Le esplorazioni si concentrano in particolare nel sistema collinare di Sant’Avendrace e nell’area di piazza d’Armi (a Tuvumannu), un tempo collegate tramite gallerie e dove, nell’ottobre del 2008, si verificarono smottamenti. Nel caso del colle Tuvixeddu si riversarono tonnellate di pietre trasportate dalle piogge eccezionali, invadendo l’area del Canyon e un cantiere abbandonato in via Falzarego.
L’obiettivo degli esploratori è monitorare la regimazione delle acque sotterranee: “in caso di forti precipitazioni, alcune cavità sensibili, andrebbero tenute sotto controllo perchè sui corsi d’acqua ha inciso l’espansione urbanistica della città, più grande rispetto al passato“. Parecchie condotte sotterranee nel tempo si intasano, causa delle frane.
A Cagliari, capoluogo regionale che rientra nei piani finanziari europei sulle aree soggette al dissesto idrogeologico, grotte e cavità sotterranee ospitano spesso laghi e corsi d’acqua perenni, alcuni alimentati dalla pioggia che cade sui marciapiedi, ed anche zone asciutte che solo in caso di forte pioggia sono soggette agli allagamenti.
Per fortuna, la maggior parte di questi fenomeni sono sporadici e circoscritti in alcune zone della città non intensamente abitate.
Le ricognizioni messe in atto dall’associazione Sardegna sotterranea informeranno, nelle prossime ore, con comunicazioni e immagini laddove verranno riscontrate criticità, gli organi preposti alla salvaguardia del patrimonio sotterraneo ed anche alle istituzioni che si occupano di protezione civile e di tutela dell’ambiente.
“Una azione messa in campo gratuitamente, e per spirito di iniziativa civica” afferma Marcello Polastri, alla guida dell’Associazione.
E’ stato reso noto che, in queste ore, sono stati documentati numerosissimi massi e rifiuti all’interno di varie cavità sotterranee di grande interesse storico e archeologico, purtroppo gravate anche dalla presenza di materiali ingombranti visibili nelle sponde dei bacini sotterranei.
Un malvezzo che dovrà pur cessare, per consentire ai corsi d’acqua sotterranei di scorrere liberamente e non creare problemi notoriamente gravi, ogni qualvolta l’acqua ristagna, erodendo la roccia.
Nel recente passato, Palazzo Chigi ha avviato il “piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2014-20” che prevede nel primo stralcio interventi a fronte di costi, finanziamenti e stato della progettazione con appositi crono-programma delle opere.
Insomma il Governo centrale vuole ridurre il rischio degli allagamenti e delle frane nelle più grandi città italiane e le rispettive aree metropolitane. Anche se, a dire il vero, per ridurre è bene conoscere, e vigilare su altre, possibili situazioni critiche.
Da un lato cono previsti fondi per oltre un miliardo, destinati a 69 interventi per la sicurezza nelle 10 città metropolitane e d in altre città delle regioni a statuto speciale. La Sardegna ed i suoi centri abitati rientrano tra gli obiettivi.
Ammonta a 9 miliardi di euro l’intervento complessivo destinato all’intero territorio nazionale per il periodo 2014-2020.
Ora, tralasciando per un attimo il tema dei finanziamenti riservati alle città è bene – secondo gli studiosi di Sardegna Sotterranea – non abbassare la guardia, guardare cosa accade sottoterra, nelle caverne sottostanti le strade e le piazze specialmente quando dal cielo cade parecchia acqua, in una giornata molto piovosa come quella odierna.