Alla Sardegna archeologica e turistica servono azioni concrete, non polemiche o querele!
Questo il titolo della nostra nota stampa dopo aver assistito, per lunghi mesi, alle polemiche tra un esponente della Camera dei Deputati e la Soprintendenza archeologica che si è dichiarata “vittima delle spregiudicate invenzioni e delle intemperanze verbali dell’On. Mauro Pili“. Presentato anche un esposto ai Carabinieri firmato dal Soprintendente Marco Minoja.
Da qui il nostro auspicio, da esponenti del mondo dell’associazionismo, affichè si punti sul dialogo e non sulle polemiche e le querele. Nel frattempo gli organi di comunicazione veicolerebbero, secondo il Soprintendente “informazioni del tutto false e infondate“.
In “un clima di odio esasperato, che espone alle minacce fisiche il personale della Soprintendenza, reiteratamente minacciato di morte e sottoposto a ingiurie inaccettabili“, per smorzare i toni e trovare una soluzione, pubblichiamo il nostro intervento. Buona lettura.
Alla Sardegna archeologica e turistica servono azioni concrete, non polemiche o querele!
Oggi più che mai in Sardegna sono state rese pubbliche problematiche che da tempo infiammano il dibattito sugli scavi archeologici, sul modo di realizzarli, sul timore dell’eventuale danneggiamento di reperti unici e preziosi. Forse non siamo a tanto.
Di certo rattrista sapere che istituzioni, ad esempio la Soprintendenza archeologica e un esponente del Parlamento, siano ricorsi ai Carabinieri e alla Procura della Repubblica ciascuna per far valere le proprie “ragioni” come se, il sentimento per il “bene comune”, in assenza di un proficuo scambio di idee e stimoli di crescita, fosse inesistente o irraggiungibile.
Siamo sensibili, vicini alle istituzioni, amiamo promuovere la fruizione del patrimonio archeologico e paleontologico e così, questi fatti, ci preoccupano.
Dispiace che il personale della Soprintendenza, impegnato come afferma la nota stampa del soprintendente archeologo, nello scavo scientifico a Monti Prama, vivrebbe in “un clima di odio esasperato che espone alle minacce fisiche il personale reiteratamente minacciato di morte, sottoposto a ingiurie inaccettabili”.
Nell’esprimere la piena solidarietà agli archeologi, ritorna in mente un dibattito portato avanti da un blog di anonimi sotto indagine e che a lungo, in modo vigliacco e anonimo, cercò di infangare associazioni culturali, esponenti della cultura e del giornalismo.
Ricevere minacce, ingiurie e accuse, logora il clima di sobrietà che ciascun cittadino vorrebbe vivere nel lavorare al servizio della collettività. Fa dedicare tempo ed energie, ricorrendo alle sedi competenti, per difendersi dalle aggressioni verbali e dalle minacce. Tutto ciò non appare stucchevole?
Chi crede con amore e passione alla crescita culturale della nostra regione, vorrebbe guardare altrove: verso la collaborazione e uno scambio di azioni positive tra enti, istituzioni e appunto persone?
Sono convinto che andando in questa direzione, instaurando un dialogo costruttivo, la Sardegna potrà risolvere ben altri problemi, come quello della tutela e della salvaguardia dei nostri beni culturali. Sarebbe bello assistere a una nuova stagione in un clima di serenità. Penso a una primavera ravvivata dalla politica del fare cultura, e non dalle polemiche.
Della nostra regione possiamo offrire un’immagine migliore, la vera sostanza che farebbe la differenza.
Marcello Polastri
Presidente dell’ass. esplorativa Sardegna Sotterranea
Per approfondire vedi:
- Gennaio 2016. La nota stampa del soprintendente archeologo.
- La Soprintendenza: “La ruspa è regolare, stop con l’odio“;
- Ancora Pili, nel gennaio 2015, “accuse contro la Soprintendenza“;
- Luglio 2015. Mauro Pili “ruspa negli scavi di monte Prama, presentato un esposto“,
- Mauro Pili sulla sua fanpage: “sfregiate a colpi di ruspa le statue di monti Prama“.