L’obiettivo dell’incontro di Sabato 25 e Domenica 26 Gennaio al Teatro di Sant’Eulalia era “fare il punto della situazione sul turismo sostenibile e sociale in Sardegna”. La sala gremita e gli interventi qualificati dei relatori, hanno sottolineato di come l’iniziativa ha colto nel segno. Segue…
Fare il punto della situazione sul turismo sostenibile e sociale in Sardegna.
Questi i propositi dell’incontro-dibattito che sabato 25 e domenica 26 Gennaio è andato in scena al Teatro di Sant’Eulalia nel quale, sia la sala gremita sia l’intervento dei relatori, hanno sottolineato che l’iniziativa è stata apprezzata. E ha colto nel segno.
Tante opportunità lavorative e occupazioni per i giovani e gli anziani, sono state illustrate per l’adozione dei beni identitari, dei beni storico-artistici e delle miniere abbandonate presenti in Sardegna.
A moderare il dibattito è stato il giornalista Marcello Polastri, alla guida dell’Associazione Sardegna Sotterranea che ha introdotto, con una bellissima videoproiezione su Cagliari sotterranea, l’intervento dei funzionari delle soprintendenze ai beni storico culturali, degli esperti di storia e degli operatori del settore turistico e alberghiero chiamati a raccolta.
Interessanti i propositi esposti dalle guide turistiche e dai proprietari di alberghi che hannom preso la parola, raccontando di come la Sardegna sia una terra bellissima, ricca di storia e di arte, ma poco valorizzata, anzi “peggio ancora, abbandonata a sè stessa” ha detto Adriana, studentessa di Pimmentel.
L’evento ha anche avuto un momento culturale all’aperto quando, il giorno seguente, in una domenica uggiosa, si è svolta la visita guidata nelle antiche necropoli di Tuvixeddu e nei suoi sotterranei.
Anche in questo caso è saltato agli occhi di un centinaio di partecipanti, il degrado e l’abbandono che regna sovrano su tombe antiche ora usate come dimora occasionale dai senzatetto, ma acnhe meta di sbandati. Insomma, una potenziale risorsa turistica sottovalutata e degradata, in pieno centro urbano.
All’iniziativa, ideata dalle Associazioni Sardegna Sotterranea, Aloe Felice, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Cagliari e l’Associazione Ambiente Sardegna, sono intervenuti:
Angelo Pili, presidente associazione Aloe Felice, Gabriele Tola per la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, Matteo Pitzalis, presidente cooperativa ANTARIAS di Siliqua che ha raccontato l’esperienza di un gruppo di ragazzi che, stra il serio e il faceto, hanno aperto al pubblico il maniero del conte Ugolino della Gherardesca, creando lavoro e occupazione in un luogo fino ad allora abbandonato.
“Scommettere e vincere con il turismo e l’occupazione, si può” ha detto Giampaolo Diana, consigliere regionale.
“E’ possibile creare lavoro anche valorizzando le gallerie minerarie e occupando anziani minatori” ha esclamato Sandro Mezzolani, programmatore di percorsi minerari, “contrario al parco geominerario perchè ha prodotto più costi che ricavi, con poche ricadute positive sul territorio“. Per Massimiliano Deidda, Biologo e guida ambientale dell’associazione Ambiente Sardegna, “anche nel Colle Sant’Elia di Cagliari esistono siti archeologici abbandonati, spesso meta di scavi scientifici mordi e fuggi, e che potrebbero invece, se fatti seriamente e in modo continuativo, rappresentare una attrattiva per studenti e turisti amanti dell’archeologia“.
Non si sono fatti attendere gli interventi del pubblico: il giornalista Alessandro Congia, ha preso la parola per tuonare contro le amministrazioni civiche: “da un lato – ha detto – è pur vero che non ci sono soldi pubblici ma non costerebbe nulla l’invito che molti Comuni potrebbero rivolgere ai giovani, offrendo ad esempio gratuitamente beni e strutture museali da far aprire al pubblico, anzichè tenerle chiuse, in attesa di chissà quale occasione o fortuna“.
“La vera risorsa – per Angelo Pili – sono i giovani inoccupati che, coninviolti opportunamente in progetti culturali, potrebbero per davvero lavorare e portare ovunque nel mondo l’immagine dell’identità e della storia della Sardegna“. Patrizia Tramaloni, del Comitato spontaneo Area via Peschiera – piazza d’Armi a Cagliari, ha lamentato che in un’area come la centralissima piazza d’Armi a cagliari, “non possono ancora nel 2014 essere presenti caverne monumentali gravate dai crolli: valorizzarle significherebbe restituire la pubblica sicurezza alle strade soprastanti e creare opportunità di rinascita turistica e lavorativa ad un quartiere che soffre, gravato dai crolli e dimenticato“.
Un evento al quale seguiranno, secondo Marcello Polastri, gli atti da sottoporre all’attenzione delle massime istituzioni e di chi, a breve, governerà la Sardegna. Dopo le elezioni regionali di febbraio.
LA LOCANDINA DELL’EVENTO