Facciamo un salto nella Parigi underground.
Tra catacombe che poi catacombe non sono, canali navigabili dimenticati etutto un mondo di cunicoli, pozzi e gallerie dove il tempo, come per magia, si è fermato. Forse…
Ho avuto la fortuna di perdermi nella Parigi sotterranea.
Perdermi nella sua bellezza, rapito come per magia dal suo fascino.
Lo sappiamo: Parigi è Parigi, una città bellissima, e permettetemi: un tantino cara, economicamente pretenziosa.
Ah… Paaaaryyy. La città della Francia nord-settentrionale, costruita su un’ansa della Senna.
Una città divisa tra sopra e sotto, tra esterno e sotterraneo, o sommerso.
Perché la Senna (a sua volta) divide Parigi in due rive famose: la Rive Gauche, denominata come quella degli artisti e la Rive Droite, assai commerciale.
Per far defluire l’acqua dal sovrasuolo, in epoche lontane furono creati canali coperti, e tunnel di collegamento larghi quanto palazzi: sono perfettamente navigabili con una grande barca, come quella della Polizia che di tanto in tanto pattuglia il sottosuolo dove è severamente vietato accedere per i non autorizzati.
Da Montmarte a Belleville, dai Champs-Elysèes ai boulevards. Quanti segreti custodisce Parigi? Tantissimi.
Specialmente quelli legati alle feste da discoteca nel sottosuolo, che – su invito speciale e riservatissimo – hanno luogo per pochi in un regno incantato,fatto di cave sotterranee, per la maggior parte abbandonate.
Non sembri un’assurdità affermare che Parigi poggia su un immenso vuoto. Si tratta del vuoto creato dai cavapietre per tirare su la roccia utile alla costruzione di case, monumenti, palazzi.
Poi, quel grande vuoto, è stato chiuso in più settori, con una miriade di muri, creando così cunicoli, gallerie, anditi percorsi da ratti, insetti, e – non di rado – persone.
C’è una Parigi sotterranea ufficiale, aperta alle visite guidate come le “catacombe” e una Parigi inaccessibile.
Quella accessibile liberamente prevede una visita guidata in un percorso lungo due chilometri, dentro un tunnel stretto appena 1 metro e 50 centimetri.
E’ un andito coperto dal tetto di roccia, circondato a destra e sinistra da due muri paralleli: sono di pietra calcarea e, su quelle pietre mute, troviamo nomi di vie, incisioni, epitaffi che fanno parlare anche i morti.
Di tanto in tanto tra questi muri intercorrono vani. Alcuni, sono stati intermente scavati nella dura pietra. Altri presentano sulture: castelli, teatri con colonne, donne bellissime realizzate nella materia che sorregge Parigi.
E poi, lungo quei muri, la volta cambia forma; da piatta diventa ad arco o “a botte”.
E ci sono tante deviazioni, aperture ed altrettante chiusure. Sono sbarramenti realizzati con cancelli, muri improvvisi antichi e moderni in prossimità di banche e edifici “sensibili”.
E poi c’è anche lui: l’aspetto macabro. Ci attende li, a metà strada, lungo i due chilometri di percorso del tunnel accessibile con una visita della durata di circa 45 minuti.
Questo aspetto macabro è rappresentato dalla morte. Da migliaia di crani umani e milioni di ossa che occupano intere pareti di vecchie cave e gallerie.
Sono i resti dei Parigini morti per varie cause: al tempo della rivoluzione francese, dei ghigliottinati, dei morti di peste, di coloro che morirono durante gli scontri, insomma… c’è un po di tutto entro il materiale scheletrico confinato nel sottosuolo.
Le ossa sono state disposte le une sopra le altre, in modo armonico, come a formare motivi geometrici: cranio su cranio, femore su femore.
Ma attenzione: non chiamiamole catacombe. Non sono luoghi di ritrovo di antichi Cristiani perseguitati da Diocleziano. Piuttosto sono cave di pietra riempite da discariche ossee. Lo dico con il massimo rispetto. E tant’è.
Il centro della città di Parigi, che si estende per quasi 10 chilometri verso l’asse nord-sud e 12 verso quello est-ovest, custodisce almeno 400 accessi al sottosuolo: tombini regolarmente chiusi e talvolta forzati, pozzi agli angoli delle strade, pertugi tra le cantine di palazzi.
E la città presenta ben 20 municipalità, i cosiddetti “arrondissement”, autonomi perché ciascuno di essi è governato da un proprio comune e sindaco. Che emanano le ordinanze vincolanti per accedere sottoterra nella Parigi proibita ed in quella disponibile.
Cosa dire, poi, degli ottocento chilometri di sviluppo della metropolitana che attraversa la grande City in lungo e in largo, ma non va in profondità quanto la ragnatela di Parigi sotterranea (a quota meno 20 metri rispetto ai 9 o 11 della metropolitana).
Gli scavi moderni della rete underground dei treni che a velocità sorprendenti sfrecciano sottoterra, e che di tanto in tanto hanno intercettato qualche porzione di via sotterranea, hanno aperto nel tempo pochi varchi fortuiti, gli accessi alla Parigi del buio.
Un argomento, quest’ultimo, che approfondiremo in una prossima occasione. Statene certi, voi amanti del bello da trovare …anche nel buio delle città.
Marcello Polastri
L’immagine soprastante è tratta dal sito di Fabrizio Tommasi.
Le altre sono di Marcello Polastri