In tanti lo hanno battezzato il marciapiede trappola e in effetti non poche persone sono inciampate sulle radici degli alberi che hanno sollevato il manto d’asfalto. Ci riferiamo a viale Merello: finalmente andrà incontro a una radicale risistemazione dei marciapiedi. I Cagliaritani gradiranno.
Si tratta di uno dei marciapiedi cittadini con il maggior quantitativo di buche. Un marciapiede altalenante, quindi, con un piano di calpestio ricco di dossi pericolosi. A crearli nel tempo sono state le radici degli alberi che hanno sollevato grandi porzioni d’asfalto.
Il progetto di riqualificazione vive per adesso la sua fase iniziale. A presentarlo, durante la recente seduta della Commissione ai lavori pubblici del Comune di Cagliari, il consigliere Maurizio Chessa.
Si tratta della sperimentazione (già avviata) per la sistemazione dei marciapiedi “che – spiega Chessa, alla guida della Commissione competente in materia – causa la presenza dei Ficus ed in particolare delle loro radici, hanno sempre rappresentato una criticità di difficile risoluzione, causando danni sia ai marciapiedi che alla carreggiata“.
La sperimentazione “prevede l’utilizzo di un materiale granulare in grado di garantire il passaggio di aria, acqua e luce in modo tale da evitare che le radici possano emergere in superficie, creando danni alla pavimentazione“.
L’intervento, ideato anche grazie alla consulenza del professor Mulas, agronomo dell’Università di Sassari, è stato realizzato in due brevi tratti del viale per la lunghezza di circa 40 metri per lato, con due differenti configurazioni: in una il materiale di finitura superficiale è stato fatto arrivare fino agli alberi, nell’altra, invece, sono state lasciate delle piccole aiuole intorno all’albero.
Obiettivo è comprendere, dunque, cosa accadrà in tema di convivenza tra i materiali usati e gli alti arbusti che fanno ombra ai passanti. Nel dettaglio, questo intervento ha comportato l’asportazione del solo strato superficiale del marciapiede, costituito da circa 10 centimetri di asfalto, spiegano dalla Commissione.
Non solo: è stata realizzata una stratigrafia composta da un primo strato di sabbia, da uno di cosiddetto “tessuto non tessuto” (una sorta di panno semitrasparente), ed uno strato di ghiaino. La parte superficiale, infine, è stata realizzata con un materiale granulare privo di componenti cementizi, dunque estremamente drenante, con l’obiettivo di garantire alle radici il passaggio di aria, dell’acqua e come anticipato, della luce.
“Se darà i risultati sperati – conclude Maurizio Chessa – rappresenterà un intervento epocale per viale Merello, risolvendo definitivamente il problema e restituendo ai cittadini marciapiedi sicuri anche in altre zone della città”. Per vedere i primi risultati bisognerà aspettare almeno un ciclo di vita dell’albero. Calcolato in un anno solare.