Una necropoli sotto piazza Gramsci? Nel dubbio, quel che sta riaffiorando in questi giorni, lascia spazio a piu d’una probabilità sull’esistenza di una grande area sepolcrale del periodo romano. Già nel luglio dell’anno scorso, riemerse nella stessa zona un antichissimo cippo funerario.
Su trattava di un BLOCCO ROCCIOSO IMPONENTE, scolpito da mani esperte come se fosse una botte dotata di epigrafe commemorativa. Una testimonianza importantissima della città di duemila anni fa che rivide la luce in piazza Gramsci, durante il rifacimento della pavimentazione stradale.
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L’altro ieri, stessa piazza nuova scoperta: si scavava per realizzare i nuovi sottoservizi ed è riaffiorato un reperto, anzi due, o meglio molti di più.
Sono parti integranti della storia antica che ora fanno bella mostra accanto alle reti protettive, sul ciglio estremo della piazza, tra l’edicola dei giornali e l’adiacente via Iglesias.
Quanto sta accadendo nella piazza antistante la Legione dei Carabinieri cede il passo a un interrogativo: era così estesa la necropoli romana che dal Bastione dei Morti (sotto l’ex Hotel Scala di Ferro), degradava nel declivio collinare verso la zona della Basilica di San Saturno ?
IPOTESI. Di sicuro quanto sta saltando fuori in questi giorni, durante il rifacimento dei sottoservizi di piazza Gramsci, fa riflettere.
LA NUOVA SCOPERTA, infatti, è avvenuta a brevissima distanza dal punto nel quale, appena un anno fa, è stato ritrovato l’antico cippo sepolcrale a forma di botte.
Nel moderno scavo che interessa la corsia stradale sono state riportate alla luce grandissime pietre calcaree di forma rettangolare. Sono ben squadrate, così anche un altro cippo funerario. SI tratta di un grande blocco roccioso con quattro fori di forma circolare, larghi venti centimetri e profondi poco più.
INTERROGATIVI. Secondo le prime ipotesi si tratterebbe di un contenitore di ceneri dei defunti, insomma una sorta di ara funeraria per accogliere i vasi cinerari. O, probabilmente, quei fori accoglievano direttamente le ceneri dei defunti al tempo della dominazione romana della Sardegna. Accanto alla presunta urna cineraria, anche numerosi cocci di terracotta di colore scuro.
GLI ARCHEOLOGI. L’ultima parola sull’importanza e sull’auspicata valorizzazione del sito spetta ovviamente agli studiosi della competente Soprintendenza. Gli uffici di piazza Indipendenza hanno a tal proposito inviato sul posto un archeologo accompagnato da due operai. Ora si scava in cerca di altri indizi. nella storia.
A pensare che, come riportarono i media, il reperto scoperto un anno fa è stato preso in consegna proprio dalla Soprintendenza che da una prima analisi, vista la scarsa profondità del ritrovamento, formulò una ipotesi probabilistica: il reperto potrebbe esser stato spostato di recente.
Constatazione che adesso appare in contrasto con questo nuovo ritrovamento.
Tra piazza Gramsci e le strade vicine, tra i pedoni e le auto che passano, riposano le spoglie mortali dei cittadini del passato, della Karales romana.
Ora un dubbio da non trascurare: i reperti verranno spostati, oppure valorizzati sul posto. O come spesso accade in casi simili, ricoperti con i teli e con la terra?
Ne riparleremo.
Marcello Polastri
Da: Casteddu OnLine, quotidiano.