Dalla prima metà del 1800 nel quartiere Castello si accede da Porta Cristina però, in passato, non era così.
L’accesso al Castello avveniva attraverso un tunnel sotterraneo chiamato “porta di soccorso“: una vera e propria via scavata nella roccia ed oggi appena riconoscibile all’interno della Cittadella dei Musei.
I cavalieri, i viandanti, insomma chiunque nel Medioevo desiderasse entrare in città, aveva due obblighi.
Il primo: farsi riconoscere una volta superata la galleria che fuoriusciva in un ampio cortile luminoso circondato da robuste mura.
Il secondo: abbandonare Castello prima del tramonto, pena la morte che sopraggiungeva quando le guardie, al calar del sole, suonavano il corno dalla torre dell’elefante e scaraventavano dalle mura del vicino bastione di Santa Croce chiunque avesse trasgredito alle regole.
Entrare nel Castello di Cagliari dalla zona di piazza Arsenale (quando Porta Cristina ancora non esisteva, ma sorse nel 1825), significava fare un “bagno” nei lamenti disperati dei detenuti rinchiusi nel carcere annesso all’imponete torre di San Pancrazio.
Ma a volte il tempo tutto aggiusta, o tutto cambia.
E nel 1800, quando il Re di Sardegna Carlo Felice di Savoia decise di edificare al termine di viale Buoncammino una nuova Porta, Cagliari divenne nuovamente un poco “Romana“.
Perché secondo il progetto del conte Carlo Pilo Boyl, nacque nel 1825 in stile neoclassico, proprio lei Porta Cristina, molto simile alla Porta Pia di Roma ma anche a porta Angelica. Non trovate?
Ma… chi era costei? Chi era Maria Cristina?
Beh, ovviamente la consorte di Carlo a Felice alla quale noi tutti, ancor oggi, accedendo al CASTELLO “offriamo” quasi un segno di “sottomissione”‘silente ed inconsapevole, ci mancherebbe.
Non a caso all’esterno del monumento leggiamo la dedica: ” Mariae Christinae Reginae“.
E poi:
“Karolus Felix Rex
viam planiorem brevioremque a Castro Caralis
ad portam arcis regiam aperuit
Maria Cristina Regina
Portae egressus in apertam viam
nomen suum imposuit”.
Ad Aussois le è dedicato il Fort Marie-Christine del gruppo dei Forti della Haute-Maurienne (Savoia).
A proposito, una curiosità tra le tante: la regina finanziò e seguì personalmente gli scavi archeologici di Tuscolo, attuati su concessione del Papa fino al 1839.
E… si racconta, aveva una passione per le antichità, che amava collezionare e custodire gelosamente. Forse nel tunnel situato sotto la Cattedrale, o proprio sotto la storica porta cagliaritana, tra viale Buoncammino e piazza Arsenale?
Ne riparleremo.
Fine prima parte.
Pubblicato anche su “Casteddu OnLine“.