“Cagliari sotto le bombe del ’43”. Questo il titolo della tre giorni dedicata agli eventi bellici che hanno coinvolto i cagliaritani 68 anni fa. Giovedì sera, ad aprire il convegno organizzato dal Gruppo cavità cagliaritane è stato Marcello Polastri, presidente dell’associazione di speleologi, raccontando che «saranno momenti commoventi quelli che verranno mostrati» per poi lasciare spazio a una poesia di Fabrizio Raccis intitolata “Cagliari ’43”.
Grande successo per l’evento del Gruppo Cavità Cagliaritane
RICORDANDO LA CITTA’ DEL 1943 E I SUOI RIFUGI ANTIBOMBARDAMENTO
Cagliari. Ha avuto un grande successo l’evento organizzato dal Gruppo Cavità Cagliaritane in collaborazione con la Società di Sant’Anna e l’Associazione onlus Historicas. Un evento ideato da Marcello Polastri, giornalista che in sinergia con il documentarista Sergio Orani e la partecipazione del poeta Fabrizio Raccis, hanno dato il via ad una tre giorni di ricordi, poesia, immagini sulla città che nel 1943 morì sotto le bombe della seconda guerra mondiale. “Per poi riprendersi, e rifiorire” ha esclamato un anziano signore che ha vissuto in prima persona quel dramma, oltre sessant’anni fa.
Una tre giorni ricca di dettagli e sconosciute notizie sulla città del 1943, che “tornò a vivere come i nostri lontani preistorici, nelle caverne e nei rifugi”. Cagliari, infatti, subì violenti bombardamenti aerei “degli anglo-russi-americani”, come ricorda una lapide nella grotta-rifugio di Santa Restituta martire, nel cuore del quartiere Stampace, dove gli speleologi coordinati da Polastri hanno accompagnato i cittadini. Tanti cittadini: circa duecento.
Un evento assolutamente gratuito: gratuiti per tutti gli ingressi in sala per le videoproiezioni, gratuita la passeggiata culturale nelle strade nei rifugi aperti per l’occasione. “Scopo dell’iniziativa è stato quello di divulgare a grandi e piccini un messaggio: le guerre sono tutte un errore, segno deli megalomani che hanno fame, bramosia di successo costi quel che costi”.
A far da eco al presidente del GCC sono stati i testimoni che giovedì 17 e sabato 19 febbraio hanno affollato la Chiesa di Santa Chiara che ha ospitato gli eventi e le videoproiezioni di immagini.
Giovedì il video di Sergio Orani dal titolo “pioggia di bombe su Cagliari”, ha aperto la tre giorni. Sabato è stato Polastri a illustrare le immagini dal sottosuolo e dal buio dei rifugi, con uno sguardo nelle intimità degli ospedali in grotta.
Poi, domenica mattina, la passeggiata nei luoghi della memoria.
Le immagini hanno rievocato tanti ricordi sul capoluogo sardo nel 1943, durante la seconda guerra mondiale quando nel mese di Febbraio Cagliari subì violenti “spezzonamenti”, meglio noti come “bombardamenti aerei” anche se, diciamolo, non signica la stessa cosa. Commoventi le testimonianze di tre ospiti d’eccezione, tre anziani signori che hanno ricordato il dramma delle bombe aereee che sono cadute sulla città.
L’evento verrà replicato.
Da: L’Unione Sarda del 19 Febbraio 2011.
Gli incontri. “Cagliari sotto le bombe del ’43”. Questo il titolo della tre giorni dedicata agli eventi bellici che hanno coinvolto i cagliaritani 68 anni fa. Giovedì sera, ad aprire il convegno organizzato dal Gruppo cavità cagliaritane è stato Marcello Polastri, presidente dell’associazione di speleologi, raccontando che «saranno momenti commoventi quelli che verranno mostrati» per poi lasciare spazio a una poesia di Fabrizio Raccis intitolata “Cagliari ’43”.
Un impenetrabile silenzio ha dominato il pubblico (150 persone) che ha affollato la chiesa monumentale di Santa Chiara, messa a disposizione dalla Società di Sant’Anna.
A catturare l’attenzione dopo la poesia “Cagliari 1943” di Fabrizio Raccis, è stato il bel video in bianco e nero di Sergio Orani. Una sequenza di immagini che ha riportato i cittadini dentro la guerra mondiale che ridusse Cagliari a un ammasso di macerie. Il Bastione di Saint Remy perse l’arco e parte delle scale. Il Teatro Civico fu sfondato.
In piazza Costituzione si formò una profonda voragine. In Castello il palazzo Villamarina fu sventrato, mentre la chiesa di San Giuseppe, vicino alla Torre dell’Elefante, crollò. Di Sant’Anna rimase in piedi solo la facciata e in piazza del Carmine una bomba scavò una buca larga otto metri. Il Municipio conservava solo la facciata. Le costruzioni del Largo, del Corso, delle vie Sassari, Maddalena, Malta e Caprera furono rase al suolo.
Oggi alle 18 si replicherà con le immagini raccolte da Marcello Polastri che racconterà la storia dei rifugi di guerra e dei grandi ospedali sotterranei, come quelli «inaugurati dal Duce in persona, che fece una visita in città nel ’42». Per illustrare questi frammenti di storia sono stati invitati loro, gli ospiti d’onore: uomini e donne, oggi anziani, che hanno vissuto in prima persona nei rifugi e che hanno visto coi loro occhi i grappoli di bombe che cadevano dal cielo. Ci sarà ancora il poeta Fabrizio Raccis e ci sarà l’anziano Luciano Lai che visse il bombardamento della stazione dei treni, trovando scampo dalle bombe quando piazza Matteotti divenne un inferno.
Luoghi che verranno visitati durante la passeggiata culturale prevista per domenica, con appuntamento alle 9,30 davanti alla chiesa di Santa Chiara. Gli speleologi e alcuni cultori di storia cittadina faranno da ciceroni.