#Kerkouane. È questo il nome dell’area un tempo occupata da una immensa città punica. Siamo nel Nord-est della Tunisia, nella penisola di Capo Bon.
Raggiungere quel che resta di questa città Tunisina, distante dai moderni centri abitati, in parte affacciata sul mare, significa ritrovarsi tra le colonne di un antico santuario, tra i mosaici e i resti di abitazioni dotate un tempo di vasche da bagno.
Sono ancora visibili i marciapiedi, le soglie dei portoni, i pavimenti mosaicati, pozzi neri e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana.
Un centro abitato dotato un tempo di alcuni comfort, edificato in condizioni panoramiche e di sicurezza ideali su un promontorio pianeggiante.
SI RACCONTA che la “città perduta” visse per almeno 400 anni e che i suoi abitanti, un giorno, la abbandonarono misteriosamente.
Gli archeologi sono ancora al lavoro a Kerkouane.
RECENTI STUDI hanno appurato che ciò accadde intorno al 250 a.C. e probabilmente al tempo della prima guerra punica.
Un altro dato certo: il centro abitato, a differenza di altri, non venne ricostruito dai romani.
Due grandi santuari punici si trovano nel cuore della città e non nella periferia, come generalmente accadeva nelle città romane.
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Il sito archeologico, per il suo fascino e per l’ottimo stato di conservazione, è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Le sue rovine sono notevoli. Coprono un’area di circa otto ettari e in prevalenza risalgono al III e IV secolo a.C., epoca dell’antica Cartagine assieme alla quale, anche Kerkouane e così Hadrumetum (la moderna Susa) e Utica, fu una delle più importanti città fenicio-puniche.
Anche se si trova sulle rive del Mar Mediterraneo, questo antico centro che accolse circa 2 MILA ANIME, non ha porto. Da qui l’idea che le imbarcazioni e i pescatori si rifugiassero in due baie vicine.
È stato scoperto che le case vennero costruite seguendo un piano regolatore generale, e adottand un sistema, all’epoca all’avanguardia, di pianificazione territoriale.
Ciò è dimostrato, all’interno dell’insediamento, dall’allenamento delle mura di alcune abitazioni, e dalle argille che, sulle loro facciate, hanno lo stesso colore.
Venne studiato e attuato un bel sistema oleodinamico urbano: aveva drenaggio dell’acqua sporca, della cisterna, dei tubi scolpiti per l’acqua piovana. E poi, ciascuna casa aveva il suo bagno. Era situato in quasi tutti gli esemplari, vicino all’ingresso degli appartamenti.