“Alle 2 del mattino li ho visti scavalcare il cancello, entrare nel cortile e sparire in fretta e furia sottoterra“. È questa la premessa di uno dei tre testimoni che, nella notte tra il 2 e il 3 settembre, ha visto una decina di persone (“credo fossero ragazzi“) che, nel centralissimo viale Sant’Avendrace, hanno scavalcato un cancello. “È stato un entra ed esci lungo quasi 2 ore“.
Il motivo? Portarsi all’interno delle cavità sotterranee del colle Tuvixeddu. Per raggiungere – si ipotizza – i tunnel scavati dall’Italcementi, che a loro volta immettono nelle tombe puniche e negli ipogei d’epoca romana.
“Credo fosse una banda di tombaroli, gente senza scrupoli che non ha a cuore questi luoghi dato che scavalca, come se niente fosse, cancelli e recinzioni; sarà per depredare quel che resta delle antichità di Tuvixeddu?”.
Se lo domanda anche A.C., 28 anni, abitante di Sant’Avendrace. Anche lui ha notato gli strani movimenti di quell’anonima comitiva.
Il sottosuolo di Sant’Avendrace, quartiere alle porte di Cagliari, torna ora d’attualità. Dopi gli abusivi che hanno occupato gli edifici e le grotte, si scatenano sulla falsariga dei Cataphile francesi, gli incursori Cagliaritani. Persone annoiate o qualcosa di più?
“Erano una decina di persone, età compresa tra i 25 ed i 40 anni, mica adolescenti. Avevano delle luci accese, posizionate in testa, come quelle usate dagli speleologi “, prosegue un giovane testimone. E preferisce restare anonimo.
“A pensare che quei ragazzi, in mezzo alla settimana, di mercoledì notte, hanno fatto un gran baccano” rincara una signora residente della zona: “poco prima della loro incursione non sono certo passati inosservati nel percorrere la strada, per poi scavalcare il cancello d’una proprietà privata. Da lì sono scomparsi sottoterra, nelle gallerie. Ed è per questa ragione che abbiamo segnalato alle forze dell’ordine la loro strana condotta”.
In seguito alla segnalazione pervenuta anche al sito Sardegna Sotterranea, è stato effettuato un sopralluogo documentaristico a cura degli speleologi del Gruppo Cavità Cagliaritane. A far le spese dell’incursione – per adesso anonima – anche un gatto, trovato morto all’ingresso dei sotterranei, sotto un grande sasso.
Sono stati individuati, durante l’ispezione nelle gallerie, evidenti segni di manomissioni: in un angolo dell’acquedotto romano, accessibile da quei passaggi, sono state spostate alla rinfusa grandi pietre come nel tentativo di aprire tratti di cunicoli occlusi da secoli.
Chi potrebbe aver agito in questo modo è perché?
Ne sapremo di più nei prossimi giorni. Lunedì verrà presentato un esposto alle autorità competenti.
Esiste la possibilità di individuare i responsabili del “salto al cancello” attraverso le telecamere di sicurezza della zona, unitamente all’attenta perizia dei segni lasciati dal passaggio degli “speleo-tombaroli”.
“Mentre dormivo ho sentito un gran baccano – racconta un altro abitante del quartiere – mi sono affacciato e ho visto che quei tizi sono usciti dai tunnel alle 4 del mattino, svegliandomi.
Uno di loro – prosegue il testimone – era buffo: grassottello, è rimasto mezzo appeso nel cancello. Ad aiutarlo sono stati i complici. Stani figuri che si sono dileguati per strada”.
Nella foto (una delle tante che verranno allegate alla relazione), i segni lasciati dalla strana banda. Per scavalcare, si è appreso, è stata posizionata una rete di plastica sul cancello che da sul viale. È mai possibile che, se non fosse per gli abitanti del quartiere e Sardegna Sotterranea, certi misfatti avvengono nella più assoluta indifferenza?