Nuove esplorazioni a Cagliari si sono concentrate in questi giorni sotto piazza d’Armi, area urbana notoriamente ricca di grotte e di laghetti sotterranei che lentamente, stanno scomparendo. Quello nell’immagine, fotografato da Andrea Gambula, rappresenta infatti un ricordo sbiadito del passato.
Quel che pochi conoscono sono, a parte le due imponenti grotte della zona (dette della frana e Su Stiddiu), sono altre cavità sotterranee situate sotto le adiacenti vie Peschiera, Marengo e Castelfidardo.
Grotte e sotterranei in prevalenza artificiali, un tempo raccordati a cunicoli e gallerie oramai chiuse da massi, sui quali è stato poi spalmato l’asfalto, con la crescita di nuove unità abitative.
Per meglio conoscere questo regno sotterraneo che – la storia insegna – talvolta preoccupa per i crolli e gli smottamenti, Sardegna Sotterranea ha coordinato un team di esploratori in una nuova e avventurosa ricognizione.
E’ stata appurata, qualche giorno fa, l’esistenza di una cava di pietra a breve distanza dalla Grotta de Su Stiddiu e che si è mostrata differente dalle solite cave cagliaritane. Si ipotizza che il manufatto potrebbe risalire al periodo della dominazione romana della città.
LE NOVITA’. Negli angoli di cava, poi, situati a sei metri di profondità, sono stati osservati fori da mina: segno che l’attività cavatoria nella zona si è protratta a lungo, con l’impiego dell’esplosivo, e probabilmente era ancora in auge nel secondo dopoguerraData la vicinanza del colle di Is Mirrionis ai colli di Tuvixeddu e Tuvumannu è infatti plausibile un collegamento tra cave sotterranee. Quelle create dalla ex Italcementi a Tuvumannu, ad esempio, con quelle antiche di piazza d’Armi, quasi certamente con il sottosuolo di via Peschiera.
Osservando infine i pozzi e i cunicoli (situati in viale Merello), che un tempo erano raccordati alle cave di piazza d’Armi è emerso che la Grotta Su Stiddiu presentava in origine un doppio accesso.
Anzi “gli accessi erano forse tre” affermano gli speleologi che, strisciando nei sottopassaggi alquanto angusti, hanno individuato nuovi settori di Cagliari sotterranea inesplorati o comunque sconosciuti ai più.
Tra questi, due cavità accessibili da un giardino privato e un pozzo raccordato a una galleria, sotto un edificio.
Cavità che sono state reputate di grande interesse storico, al pari delle stanze per l’estrazione della roccia sulle quali poggia piazza d’Armi, viale San Vincenzo, viale Buoncammino ed un tratto di viale Merello.
Spazi, questi, di grande estensione interamente scavati nella roccia e che, per la maggior parte, sono invasi da fanghiglia.
Si tratta del residuo lasciato dallo scorrimento dell’acqua clorata persa dalle malridotte condotte e che, finalmente, sono state riparate qualche anno fa, favorendo la scomparsa di un suggestivo lago sotterraneo.
Pubblichiamo in questo articolo alcune immagini inedite scattate nei sotterranei della Facoltà di Ingegneria, tra i siti esplorati dal team speleologico. Anche sotto via Marengo, infatti, si nasconde l’altro volto di una città gravata da crolli, in particolare nel corso degli ultimi anni.