Tra coccodrilli e meteoriti: Marcello Polastri illustra le scoperte eccezionali in Sardegna

Mostri marini a Cagliari e resti di esseri incredibili scoperti in Sardegna: creature che prima di noi abitavano la terra. I tesori della paleontologia illustrati da Marcello Polastri.

Le ritroviamo in UN VIDEO condotto da Marcello Polastri

Resti di coccodrillo fossilizzati scoperti a Cagliari

Il cortometraggio ci svela (clicca qui) la storia dei resti fossili della Sardegna. 

In particolare di Cagliari che nei tempi geoloci nel Miocene, quando la città non era ancora nata e il territorio occupato da una distesa d’acqua, ospitava squali, tartarughe giganti ed altri esseri mostruosi.

MILIONI di anni fa questi animali popolavano l’isola e come per magia tra essi c’era anche lui, il grande coccodrillo riscoperto oramai fossile in cima ad una collina cagliaritana. Era il lontano 1868.

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Fu Patrizio Gennari, studioso al quale è stato intitolato l’Orto botanico di Cagliari a capire l’importanza della scoperta di quei resti fossili.

Furono trovati dai cavapietre durante i lavori di estrazione della roccia calcarea “alla base di uno dei monoliti” del colle de Is Mirrionis.

Piazza d’armi a Cagliari: le grotte e i resti fossili

L'esemplare ritrovato

L’esemplare ritrovato

Una storia incredibile, accaduta nell’attuale piazza d’Armi e che verrà raccontata in video unitamente alla storia di altri resti fossili straordinari, oggi  conservati nel Museo sardo di Geologia e Paleontologia intitolato a Domenico Lovisato.

E’ questo il nome di colui che si occupò di studiare e far conoscere al mondo scientifico il singolare coccodrillo cagliaritano.

Incontreremo nel documentario la professoressa Paola Pittau che ci parlerà sia dei resti fossili degli squali,  delle tartarughe giganti, ma anche di metoriti caduti a Sinnai. La sua è una intervista esclusiva.

La studiosa Paola Pittau

LA SCOPERTA. A pensare che il coccodrillo, inglobato dagli albori del passato in un banco di candido calcare, rivide la luce quando i cavapietre fecero brillare le mine esplosive per ampliare il tratto di strada tra la già citata d’Armi  il viale San Vincenzo.

Marcello Polastri intervista la Dott.ssa Paola Pittau

Marcello Polastri intervista la Dott.ssa Paola Pittau

LE ESPLOSIONI compromisero irrimediabilmente alcune parti di questa straordinaria testimonianza d’una Sardegna d’altri tempi, in parte invasa dal mare e dalle acque dolci, nelle quali i coccodrilli abbondavano.

Vi erano anche giganteschi rettili che, in vita, erano in grado di muoversi con agilità anche sulla terraferma: si evince ciò perchè dotati di zampe più lunghe rispetto a quelle degli odierni coccodrilli.

Le ossa dell’esemplare cagliaritano furono rotte ed in parte stritolate.

Importanti frammenti andarono perduti dai raccoglitori.

Le ossa rimaste per intero, protette dalla dura roccia, si conservarono benissimo e valsero a ricompensare la lunga fatica che occorse per cavarle fuori” raccontò Giovanni Capellini.

Lo studioso curò una esposizione di reperti fossili al secondo Congresso internazionale di geologia (Bologna, 1881) e battezzò il coccodrillo con il nome di Tomistoma Caralitanus.

L'area de Is Mirrionis, luogo della scoperta

L’area de Is Mirrionis, luogo della scoperta

Il reperto divenne una delle maggiori attrattive della mostra che ebbe il merito di illustare al mondo scientifico lo stato delle ricerche geologiche e paleontologiche.

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I RESTI DEL FOSSILE  furono rispediti nel 1890 al Museo di Geologia e Paleontologia di Cagliari, dove attualmente si trovano, non troppo distanti dall’antico colle coi due monoliti detti Is Mirrionis, dei quali rimane solo il nome che oggi indica la via e il sottostante quartiere.

Per visualizzare il video: clicca qui
 
Fonte immagine archivio: Sardoa Digital library
 
 

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