Anche l’Italia vanta il suo “continente perduto“.
Per l’esattezza un’enorme isola nel Tirreno che comprendeva la Sardegna, la Corsica e le Baleari.
È quanto sosteneva Costantino Cattoi, pluridecorato asso dell’aviazione nella prima guerra mondiale.
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Lo studioso Cattoi al lavoro per trovare la mitica Atlantide.
Nel 1924 Cattoi si ritirò in pensione a Orbetello, dove i resti delle antichissime mura cittadine stimolarono la sua curiosità.
Decise così di darsi da fare nei confronti delle antiche popolazioni italiche.
Cercò di andare a fondo avviando studi, ricerche sul campo, esplorazioni che ben lo convinsero di una cosa.
Disse che Orbetello faceva parte della misteriosa “Tirrenide”.
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E così, per intraprenderne la ricerca si avvalse non solo dell’aiuto della tecnologia che aveva a disposizione ai suoi tempi, ma anche con l’ausilio della sua adorata moglie sensitiva, Maria Mataloni.
Una donna che “vedeva sotto terra come a occhio nudo”.
Cattoi venne ribattezzato “il Cacciatore di Giganti” in quanto sosteneva anche che, in tempi remotissimi, la Tirrenide fosse stata abitata dai Ciclopi e poi, successivamente, dai Pelasgi, gli antenati degli Etruschi.
Il loro re, Tirreno, diede nome al mare. Cattoi annuncio’ comunque di aver localizzato tre delle città di Tirrenide tra Porto Santo Stefano e l’Isola del Giglio.
Morì senza poter trovare i finanziamenti per avviare la sua tanto desiderata esplorazione sottomarina che, forse, avrebbe provato le sue ipotesi.
Almeno così in tanti amano pensare.
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Lo studioso Costantino Cattoi.