Cagliari. La Capitaneria di porto non ha mai chiesto al Comune la chiusura del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo perché non c’è alcun pericolo di frane. Come mai il comune ha chiuso? In base a quali pericoli? Incalza la polemica…
La news è stata trasmessa il 6 settembre dai quotidiani sardi La Nuova Sardegna, Casteddu On line, Cagliari I-Pad. A confermare la notizia è stato il Gruppo di Intervento giuridico dopo che la Capitaneria di porto ha inviato loro una nota scritta, rispondendo così al quesito trasmesso da numerose associazioni culturali sarde.
Nei primi giorni di Agosto sono stati il Gruppo Cavità Cagliaritane con le Associazioni Aloe Felice, Amici di Sardegna, Ambiente Sardegna e Turisti per Cagliari ad accorgersi della comparsa di alcune transenne che chiudono ancor oggi l’ingresso dei sentieri naturalistici collinari, e a denunciare pubblicamente questo fatto “incomprensibile” di fronte alle telecamere di Videolina.
Le transenne, che recano il simbolo della Protezione Civile del Comune di Cagliari, sono affiancate da cartelli su base d’acciaio cementata nel terreno. Ma la Capitaneria Marittima nulla sapeva.
Per di più quei cartelli riportano la scritta “frane”, e citano proprio una ordinanza della Capitaneria di porto, vecchia di oltre un vent’ennio.
Da una ricerca condotta dalle associazioni è emerso che la Capitaneria, negli anni ’80, aveva interdetto il transito e la sosta lungo la fascia litoranea del demanio marittimo, compreso lo specchio d’acqua di Capo Sant’Elia (entro i cinquanta metri dalla riva di Calamosca) e, nel dettaglio, del viale che giunge al vecchio stabulario e all’area rocciosa e di falesia adiacente Marina piccola.
Nessun riferimento è invece contenuto nell’ordinanza per il sentiero che attraversa la Sella del Diavolo nella sua parte alta e che, alla luce dei fatti, non è pericoloso.
“Quel sentiero – avevano detto in coro Marcello Polastri, Massimiliano Deidda, Angelo Pili e Roberto Copparoni alla guida di altrettante associazioni ambientaliste – è l’unico sentiero ambientale accessibile liberamente, per turisti e cittadini. Chiuderlo – proseguirono gli ambientalisti – significa porre fine ingiustamente alle possibilità di fare un salto nella storia e nella natura di un paradiso verde cittadino, di grande suggestione e importanza”.
Da qui la richiesta inviata da Aloe Felice, Amici di Sardegna, Cavità Cagliaritane e Amici di Sardegna al Comune di Cagliari e al Prefetto: “chiediamo la rimozione delle transenne che impediscono l’accesso al sentiero”.
Si ipotizza un errore, macroscopico, della Protezione civile del Comune di Cagliari, visto che l’ordinanza cui si fa riferimento nel cartello di divieto risale a venticinque anni fa”. Su La Nuova Sardegna del 6 Settembre 2012 sono anche riportate le lamentele di altre associazioni.
Comunque sia bisognerebbe rimediare perchè la risposta della Capitaneria è arrivata, puntuale, e smentisce l’esistenza di pericoli lungo il sentiero, come avevano ipotizzato Polastri, Pili, Deidda e Copparoni.
Che cosa aspetta il Comune a togliere immediatamente i cartelli per restituire ai cittadini un percorso naturalistico e archeologico?
Forse, nei prossimi giorni, giungerà una risposta.
APPROFONDIMENTO. Su questo “caso” il Gruppo di Intervento Giuridico ha scritto alle redazioni giornalistiche quanto segue:
“Le transenne comunali sul sentiero della Sella del Diavolo a Cagliari sono illegittime”.
La Capitaneria di Porto di Cagliari, in risposta alla richiesta (12 agosto 2012) delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, ha confermato (nota n. 12.02.02/736/45174 del 23 agosto 2012) di non aver mai richiesto al Comune di Cagliari la chiusura del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo per eventuali pericoli di frane:
“preme evidenziare che con l’Ordinanza n. 47 del 30.07.1987 … è stato interdetto il transito e la sosta lungo la fascia litoranea del demanio marittimo, incluso lo specchio acqueo compreso entro i 50 metri dalla linea … compresa tra la Grotta dei Colombi e la Torre del Poetto
… con Ordinanza n. 48 del 4.08.1987, la Capitaneria di Porto aveva ampliato l’interdizione … fino alla Torre del Prezzemolo e nel contempo aveva vietato l’accesso nelle aree demaniali marittime suddette anche attraverso i sentieri non ricadenti in ambito demaniale marittimo”.
Al Comune di Cagliari la Capitaneria di Porto ha ricordato che “il richiamo delle Ordinanze dell’Autorità Marittima è sostenibile e praticabile solo per i compendi del promontorio aventi natura demaniale marittima” e “non ha mancato di fornire la più ampia disponibilità a partecipare ad un incontro che, previa puntuale disamina delle problematiche di sicurezza, consenta una razionalizzazione dei provvedimenti interdittivi”.
In parole povere, non sussiste alcun pericolo di frane che abbia legittimamente determinato l’apposizione di cartelli e transenne per la chiusura del frequentatissimo sentiero da parte del Servizio protezione civile del Comune di Cagliari.