Cagliari ha la fortuna di avere una spiaggia bellissima di sabbia biancastra scintillante, composta da frammenti di quarzo, calcare e silicio.
Le sue acque sono bassissime, sicure, all’interno delle quali si ergono due rocce simili a delle sculture.
E dato che c’era, madre natura ha scelto di far specchiare su queste acque sempre placide, la vegetazione lussureggiante del colle Sant’Elia con la sella del diavolo che “osserva”‘ invidiosa il golfo degli angeli.
Si tratta della spiaggia adiacente il molo di Marina Piccola, tra il porticciolo e l’insenatura di cala Fighera, nel promontorio della Sella del Diavolo.
Però, da quasi trent’anni, questo eden ai margini della città del sole, è off limits. Si, inaccessibile, pena sanzioni e denunce alle autorità.
L’APPELLO. Sardegna sotterranea e Gruppo Cavita Cagliaritane lanciano un appello “perché la spiaggia venga restituita alla città” sostiene il presidente di quest’ultima, Marcello Polastri.
Un paradiso impenetrabile da quando un costone roccioso (a dire il vero non proprio sulla spiaggia…) si sgretolò travolgendo un turista che prendeva il sole.
Fu un dramma. Uno spiegamento di forze e soccorritori che dinnanzi ad un uomo rimasto sotto alla frana, cedette il posto ad un esito drammatico.
Ma nonostante la frana sia avvenuta a decine di metri di distanza dalla spiaggia “nascosta”, la stessa è rimasta chiusa per decenni.
Ancora oggi la situazione è la stessa, causa un vecchio ordine della prefettura. C’è anche una inferriata per impedirne l’accesso.
Una inferriata che a dire il vero sta cadendo a pezzi per la ruggine e la salsedine. Sopravvive il cartello: divieto di balneazione.
Sardegna sotterranea e Gruppo Cavita Cagliaritane chiedono alle istituzioni un impegno per riaprire la spiaggia al pubblico, almeno nel suo tratto (lungo più di 100 metri), che non presenta roccia sporgente sugli eventuali, futuri bagnanti.
Le associazioni chiedono infine che la Sella del Diavolo, monumento naturale e identitario della città, venga messa in sicurezza data la presenza – in quel caso sì – di lesioni alla roccia che la compone.
“Non è solo metter dei divieti e dei cartelli ma anche impegnarci tutti per restituire e far fruire, ai Cagliaritani, delle bellezze del nostro territorio” conclude Marcello Polastri.
LA PETIZIONE è stata lanciata sul sito Sardegna sotterranea e su CHANGE:
Con preghiera di diffusione. Firma la PETIZIONE. Grazie!