I lettori di Sardegna Sotterranea, web portale specializzato nell’esplorazione e nella divulgazione di luoghi sconosciuti ai più, ci scrivono. In queste bellissime immagini di Carlo Loja ammiriamo lo splendido Anfiteatro romano di Cagliari. Ad osservarla bene, immortalata nel 1956, questa monumentale opera d’epoca romana scavata nella roccia, appare suggestiva anche senza la tanto discussa “legnaia“.
In queste istantanee datate ma d’effetto, notiamo la presenza di una serie di colonne. Sono alte e chiare. Non sono o meglio, non erano di marmo. Bensì di cemento colorato.
Erano state posizionate la, ai margini dell’antico teatro romano ed in parte anche al suo interno, dall’amministrazione comunale con un co-finanziamento ad hoc. L’obiettivo?
Creare una recinzione in stile classico attorno al bellissimo anfiteatro di Karales. AL LORO POSTO sorge oggi una recinzione di cemento e ferro brunito, una sorta di inferriata con ciascun elementi acuminato verso il cielo e che ostenta – ovviamente come tutte le cose vecchie – i suoi acciacchi.
Peraltro è di qualche giorno fa la notizia dell’occupazione, da parte di senzatetto, della vecchia biglietteria proprio all’ingresso dell’anfiteatro che, si badi, è solo in parte fruibile alle visite ance dopo l’esponenziale pubblicità fatta da Roberto Giacobbo con Voyager, la trasmissione di Rai 2.
A pensare che venne edificato tra il I e il II secolo d.C., quando la Sardegna era sottoposta alla dominazione romana e poteva accogliere all’incirca un terzo della popolazione cittadina. Quindi una testimonia preziosissima per il passato ed il futuro turistico del capologo sardo.
DOMANDA: non sarebbe bello, giusto per cominciare, ripristinate LA BELLA E FORSE PIÙ ELEGANTE RECINZIOBE degli anni Cinquanta ?
E quando avrà luogo (se avverrà…) l’integrale apertura del monumento alle visite, magari con l’eliminazione delle antiestetiche transenne posizionate all’imboccatura delle gallerie?