Anfiteatro romano di Cagliari colonizzato dai gatti

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L’anfiteatro nel 1950 in una bella immagine di Patellani

I gatti di Cagliari amano l’archeologia, un po come accade a Pozzuoli o nella Piramide Cestia di Roma e però abbondano a is Centu scalas. E’ questo il nome affibbiato all’antico Anfiteatro romano dai Cagliaritani veraci.

Nei suoi sotterranei poco più di 70 anni fa si rifugiarono i senzatetto che videro le proprie case devastate dalle bombe della seconda guerra mondiale e scelsero come dimora di fortuna l’Anfiteatro. L’ombra delle lenzuola e del bucato sventolava sulla roccia modellata dagli antichi.

Poi, causa un tremendo omicidio, il luogo divenne malfamato e ancora nel dopoguerra, dalle bocche dei suoi sotterranei fuoriusciva il fumo dell’arrosto. Si racconta… a base di qualche gatto.

Oggi le strutture lignee fatiscenti, i segni di ruggine sulla roccia calcarea, testimoniano che l’Anfiteatro sta invecchiando celermente e ha bisogno d’aiuto.

Così ha scritto l’altro ieri un noto quotidiano isolano. Cagliari ha, in effetti, la fortuna di possedere questo monumento unico nel quale dalla scorsa estate si muovono piccole belve, anche se nessuno sembra averci fatto caso.

Non sono feroci con gli uomini, diversamente da quanto accadeva duemila anni fa nell’arena.

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I gatti dell’Anfiteatro. Immagine di Marcello Polastri.

I gatti, da queste parti, aggrediscono solo ratti e lucertole ma si sentono come leoni nella loro tana. Oramai, più che visitatori amanti della storia e del bello, il monumento ospita una nuova colonizzazione animale. Una colonia felina non ancora ufficializzata.

In passato furono i pipistrelli ad occupare un tratto delle gallerie e una vicina caverna. Così a breve, in una città come Cagliari dove spesso si pensa tutto e il contrario di tutto, potrebbero sollevarsi i cori degli ambientalisti in difesa degli animali. Ciò potrebbe accadere da un momento all’altro. E allora sarebbe sensato agire in fretta per salvare l’Anfiteatro, per renderlo completamente fruibile ai visitatori.

Chissà, sarebbe bello sperimentare un turismo alternativo e forse più avventuroso per godere l’Anfiteatro “a tutto tondo“, a 360 gradi, dove uomini e animali convivono in pace.

Purchè qualcosa si muova, non trovate?

Marcello Polastri

 

Alcune immagini sono tratte dalla Digital library e da Kalaris Web Blog

Testi consultati:

L’Unione Sarda, L’Anfiteatro romano, un’indecenza per turisti e cittadini.

L’anfiteatro Romano di Cagliari – Delfino Editore.

Federico Patellani, un fotoreporter in Sardegna 1950 – 1966.

 

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