Aperto al pubblico nel 2016, le sue grotte sono ancora tabù per molti. Parliamo oggi dell’Orto dei Cappuccini di Cagliari.
A realizzarlo nel 1595 furono i frati cappuccini del soprastante convento.
Scelsero il versante della collina che, ad ovest dell’Anfiteatro romano, degrada verso viale Merello.
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Per realizzare il cosiddetto “orto dei semplici“, i frati scelsero e non a caso, una immensa fetta di terra (estesa più di 15.000 mq) nella quale coltivarono erbe medicamentose, un agrumeto e una vigna.
Il tutto, accanto a delle vaste cisterne romane, ad un pozzo, a delle cave di pietra.
Che però sono chiuse al pubblico, parrebbe “per motivi di sicurezza“. “Perché c’e il rischio caduta massi“, almeno così raccontano i giardinieri che curano l’area verde.
Ma quali e quante sono le caverne che si sviluppano in questo angolo di città?
Secondo Marcello Polastri, scrittore e guida turistica, le grotte della zona “sono 18, delle quali 2 nascoste e sconosciute ai più, perché murate.
LE ALTRE GROTTE dell’Orto dei cappuccini, che poi sono cavità artificiali – prosegue Polastri – sono ipogei conosciuti alla letteratura archeologica:
cisterne d’acqua o per l’appunto cave di pietra risalenti al tempo dei Cartaginesi, e riadattate dai romani per i più disparati motivi, soprattutto quello idrico, per raccogliere le acque piovane“.
Tra queste cisterne troviamo il “Cisternone dei Cappuccini” ed un’altra grande cisterna che durante la seconda guerra mondiale dovrebbe un rifugio.
Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo presto.
Pubblicato il 2 Marzo 2017.