In tanti abbiamo letto con evidente stupore la notizia di un “forte segnale extraterrestre” proveniente dall’ignoto e sconfinato spazio.
Mosca che dopo due giorni minimizza, amanti del mistero e dei rettiliani in fibrillazione, pur sempre e nel dettaglio, un vero, potentissimo e insolito segnale dallo spazio, registrato nel maggio scorso e non in questi giorni (come certa stampa ha scritto), dal radiotelescopio Ratan 600 ai piedi del Monte Caucaso presso l’osservatorio Zelenchukskaya.
IL SEGNALE, secondo quanto riferito dagli esperti, è stato “di grande intensità” e apparentemente “senza nessuna spiegazione astrofisica”.
Proverrebbe – sulle prime- da una stella situata a 95 anni luce dal nostro pianeta.
Si tratterebbe però, raccontano i più scettici, di “un disturbo terrestre piuttosto che di un suono proveniente da una civiltà ultraterrena“.
Così ha sostenuto ad esempio la ricercatrice Yulia Sotnikova.
Questo segnale, pur sempre talmente strano e inusuale, dalla Repubblica del Caucaso settentrionale ha già stimolato la fantasia dei “cacciatori di alieni” secondo i quali non ci sono dubbi: il radiotelescopio russo ha captato una prova di natura ‘extraterrestre’.
L’onda elettromagnetica insita nel segnale, in realtà, proverrebbe da una stella. Il suo nome in codice è HD164595. La stella si trova nella costellazione di Ercole come detto a ben 95 anni luce di distanza dalla Terra.
LA STELLA IN QUESTIONE, secondo quanto riferito dagli astrofisici, sarebbe “grande quasi come il nostro Sole” e ha almeno un pianeta che le ruota intorno.
Esso è grande come Nettuno e con un anno della durata di circa 40 giorni terrestri. Inviare un simile segnale richiederebbe l’impiego di un impressionante energia che farebbe rabbrividire chiunque, data la sua potenza, durata e intensità tale da consentire a un segnale di raggiungere il pianeta Terra, o viceversa.
Questa vicenda riporta alla nostra mente anche quella del segnale Wow!
Si tratta di un forte segnale radio a banda stretta rilevato dall’astronomo Jerry R. Ehman il 15 agosto 1977 mentre lavorava al progetto di ricerca di vita extraterrestre SETI, con il radiotelescopio Big Ear dell’Università statale dell’Ohio.
Le caratteristiche del segnale che lasciavano intendere una provenienza esterna alla Terra e al Sistema Solare.
Sono state trovate due possibili coordinate equatoriali di provenienza del segnale che hanno declinazione=-27°03′ ± 20′ (epoca B1950.0) e ricadono entro il confine sud-orientale della costellazionedel Sagittario.
Durato 72 secondi, il segnale, non fu mai più rilevato in seguito. Anche se, la rilevazione di un nuovo e potentissimo segnale a fine agosto 2016, sta riaccendendo il dibattito su eventuali presenze aliene nello spazio.
NEL 1977 lo studioso Ehman, stupito dall’intensità del segnale Wow, lo cerchiò in rosso sulla stampa dei tabulati del computer e per l’appunto annotò a fianco il commento «Wow!», espressione con cui in seguito il segnale divenne noto
Nella serie TV X-Files, nell’episodio di apertura della seconda stagione, Little Green Man, l’agente Dana Scully investiga sulla provenienza di un segnale radio sconosciuto che Fox Mulder, suo partner, aveva recuperato in seguito ad un avvistamento ufo al Radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico che si occupa del SETI.
Lo scorso e quest’anno, il lavoro del telescopio Ratan 600 nella Repubblica del Caucaso settentrionale, si è concentrata sulla ricerca di stelle simili al Sole.
“Non ci sono stati però risultati scientifici nel quadro di questa ricerca finora” rivela la ricercatrice Sotnikova.
Nella primavera di quest’anno è stato ricevuto dal radiotelescopio anche un “altro segnale insolito”.
La sua analisi ha però mostrato che si trattava, molto probabilmente, di “un disturbo terrestre” ha osservato la studiosa: “l’osservatorio si stava preparando il testo di una dichiarazione di non responsabilità ufficiale per respingere le teorie mediatiche sulla scoperta di un segnale mandato da una civiltà ultraterrena“.
Già. Ma allora chi o cosa avrà generato questi segnali?
Quando nel 1977 il radiotelescopio Big Ear per il SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), capto’ il segnale Wow, si parlò anche di firme di vita intelligente nello spazio.
Il SETI è un famoso programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre, che – si ipotizza – sarebbe “abbastanza evoluta da poter inviare segnali radio nel cosmo“. Il programma si occupa anche di inviare segnali della nostra presenza ad eventuali altre civiltà in grado di captarli (SETI attivo).
Nel 1974 fu fatto un primo tentativo: inviare un messaggio verso altri mondi anche per celebrare un considerevole ampliamento del radiotelescopio da 305 m di Arecibo.
Si trattava di un messaggio in codice di 1 679 bit che fu trasmesso verso l’ammasso globulare M13, distante da noi circa 25 000 anni luce.
La sequenza di 0 e 1 che costituiva il messaggio era una matrice 23 × 73 che conteneva alcuni dati sulla nostra posizione nel sistema solare, la figura stilizzata di un essere umano, formule chimiche ed il contorno del radiotelescopio stesso.
La matrice 23 × 73 fu scelta perché sia 23 che 73 sono numeri primi, presupponendo che questo fatto “avrebbe aiutato un ipotetico ascoltatore alieno a riconoscere la struttura a matrice”.
Essendo stato inviato il messaggio alla velocità della luce, nessuna eventuale risposta potrebbe però giungerci prima di 50.000 anni; per questo motivo l’intero esperimento fu liquidato come “una sorta di spot pubblicitario”.
L’esperimento fu anche oggetto di controversie e ci si chiese: è giusto che un ristretto gruppo di persone si è attribuito il diritto di comunicare a nome dell’intero pianeta?
Molti obiettarono come l’operazione prestasse il fianco anche ad un’altra critica che, seppure etichettabile come “paranoica”, non era completamente rigettabile “tout court”: supponendo che il segnale arrivi ad una ipotetica civiltà extraterrestre ostile, e che questa civiltà abbia la tecnologia necessaria per superare la distanza siderale che la separa dalla Terra, in questo caso, fra 25 000 anni , la Terra si troverebbe nella poco invidiabile condizione di rischiare di affrontare le imprevedibili conseguenze che potrebbero anche essere estremamente gravi, derivanti da un’azione “inutile” compiuta appunto dai terrestri 25 000 anni prima.
Insomma quell’ “Eccoci, siamo qui e siamo così”, considerate tutte le informazioni sulla razza umana che contiene, si potrebbe rivelare una pericolosa divulgazione di dati, potenzialmente persino esiziale, se a riceverli fosse una civiltà che guarda all’esterno con occhi non propriamente benevoli.
Poco dopo l’invio del messaggio tuttavia queste argomentazioni persero popolarità, se non altro perché, dal punto di vista di chi sosteneva l’inopportunità dell’operazione, il “danno” ormai era stato fatto.