La magia del Nuraghe Losa di Abbasanta

Pietre che se battute suonano, ma, soprattutto, se osservate attentamente sprigionano la magia del passato.

Esiste in Sardegna un grande edificio della più remota antichità, un vero monumento preistorico che in tanti abbiamo forse osservato percorrendo la strada statale 131, in prossimità di Abbasanta.

A dire il vero, molto spesso di fretta, dimentichiamo di andare a visitare quella “casa” o a “palazzo” dei nostri antenati.

E allora scopriamolo assieme. Vediamo alcune curiosità su un’ex collina di pietre che – all’incirca un secolo fa – sorgeva accanto al paese di Abbasanta. Il cui nome, trafitto, indicherebbe “genti che hanno le acque“.

Ed eccolo, il nuraghe LOSA, appena riportato alla luce, liberato dalle terre portare dal vento e dai rovi.

Nuraghe_losa_storica

Furono i primi scavi avviati su quella collina dall’appassionato ingegnere minerario e archeologo Leon Gouin a riesumare, negli anni ottanta del XIX secolo, reperti archeologici e stanze sotterrate dai millenni passati.

Nel 1890, gli archeologi Filippo VivanetFilippo Nissardi, indagarono a fondo quello che verrà ricordato come il Nuraghe Losa, concentrandosi in particolare nella cosiddetta area del bastione.

Nel 1915, poi, l’accademico Antonio Taramelli condusse una nuova campagna di scavi riportando alla luce nuove strutture, individuazione un vasto villaggio circostante.

Il Mastio svettante del Nuraghe Losa.

Il Mastio svettante del Nuraghe Losa.

Negli anni cinquanta del Novecento, Giovanni Lilliu esaminò i reperti rinvenuti negli scavi precedenti oferendo alla comunità scientifica una chiave di lettura “moderna” anche alla luce delle sue e delle indagini dei predecessori.

Oltre ai resti delle frequentazioni originarie, quelle dei preistorici e dei nuragici, sopo stati ritrovati reperti –  perlopiù ceramici – del  periodo tardo-punico (IV – III sec. a. C.) dell’eta romano-repubblicana e imperiale, ma anche ascrivibili all’età bizantina.

Tra le strutture abitative preistoriche ed il nuraghe.

Tra le strutture abitative preistoriche ed il nuraghe.

Negli anni 70 l’archeologo Ferruccio Barreca condusse ulteriori scavi, fu poi l’epopea degli interventi di restauro che resero visitabile il monumento.

È da allora che le visite si susseguono nel gigante di pietra di Abbasanta che tra il 1989 e il 1994 è stato sottoposto a  ulteriori indagini stratigrafiche sul mastio ed il bastione.

Già i termini mastio e bastione che offrono un’idea di “castello” preistorico, dunque?

In un certo senso il LOSA, è stato per davvero un luogo bastionato al pari di un maniero della più remota antichità.

Losa_foto_aereaSi tratta di un agglomerato di strutture preistoriche costituite  da un nuraghe a tholos di tipo complesso a pianta trilobata, e “svettato” in corrispondenza del piano superiore.

Il nuraghe, che  si articola in una torre principale troncoconica, ingloba tre torri minori unite da cortine murarie a contorno.

Diversamente da altri nuraghi definiti “complessi“, il nuraghe Losa non presenta il cortile, è quindi privo dello spazio interno scoperto di raccordo fra le camere.

LOSA_banner_nuragheIL NURAGHE si apre all’esterno con due ingressi sopraelevati sul piano di campagna: quello principale a sud-est e l’altro secondario a nord, che immette nella camera della torre posteriore la quale a sua volta si collega autonomamente tramite una scala alla parte sommitale del nuraghe.

I reperti che ha restituito permettono di assegnare le fasi più antiche di vita del complesso alla fine del Bronzo Medio e al Bronzo Recente (XIV – XIII sec. a. C.).

Il nuraghe LOSA

Il nuraghe LOSA

Ma è anche vero che al Bronzo Finale (XII – X sec. a. C.) e alla prima età del Ferro (IX –VIII sec. a.C.) risalgono una mold di reperti ceramici e bronzei tali da indicare un’intensa frequentazione.

Anche per questa ragione oltre che per la sua bellezza, il LOSA è uno dei più significativi nuraghi della Sardegna che sono stati valorizzati e che, grazie alla volontà di molte persone, è ora fruibile. Perché gestito da una cooperativa molto attiva.

Marcello Polastri 

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