Con il suo drone Ettore Tronci ha sorvolato a lungo i siti archeologici della Sardegna, perlopiù le montagne dalle quali spuntano strane pietre lavorate e costruzioni circolari, insomma I NURAGHI.
Le immagini di Tronci sono formidabili. Emanano una potente carica evocativa, sono attuali e antiche al tempo stesso. “Svelano un colossale patrimonio archeologico ignorato, nascosto, trascurato. Fino a quando? “.
Esordisce con queste considerazioni ed una domanda, la locandina-invito di una iniziativa culturale che farà discutere: S’UNDA MANNA, I SEGRETI DEL CAMPIDANO.
L’onda grande è proprio lei, S’UNDA. Quell’ondata incredibile, ma non troppo…
UNO TSUNAMI? Plausibile, certo, ma secondo alcuni, sarebbe ancora da dimostrare per intero.
Almeno da quando il giornalista Sergio Frau ipotizzò la furia distruttrice del mare che nei millenni passati avrebbe travolto la Sardegna, al punto tale da spazzar via tantissime torri nuragiche. Seppellendole, con fanghi e detriti, “criptando” l’intera civiltà che le innalzò al cielo, dapprima trasformando la Sardegna nella Manhattan del Mediterraneo antico.
Per qusata isola-mito iniziò la Dark Age, un’età buia. Un evento tellurico (o forse più d’uno) riconducibile più o meno a quando avvenne il passaggio bronzo-ferro nella terra dei nuraghi e dei pozzi sacri. Una teoria affascinante che ancora fa discutere e divide oggi come ieri accademici, archeologi, geologi e studiosi di varie discipline.
SE POSEIDONE avesse per davvero schiaffeggiato proprio la Sardegna, i nostri edifici-simbolo della preistoria?
E allora che male ci sarebbe a dover riscrivere la storia?
Andrebbero trovate ulteriori prove ed in tal senso con le immagini di Tronci verranno offerti nuovi spunti di riflessione.
DOMENICA 10 APRILE 2016 si parlerà anche di questo a Villa Pitzalis, nell’incantevole paese di Tuili.
Ci sarà proprio lui, Ettore Tronci che ha già messo a disposizione le sue bellissime foro che ritaggono tanti nuraghi sepolti dalla terra o che affiorano appena dal sottosuolo. La parte superiore delle torri nuragiche – in alcuni casi la planimetria integrale – è stata immortalata dal cielo con un drone per meglio mostrarci quel “colossale patrimonio archeologico ignorato, nascosto, trascurato“.
ALL’INIZIATIVA prenderà parte anche Sergio Frau. In questa nuova ricerca nata sulla scia del suo libro “Le colonne d’Ercole un’inchiesta“, in collaborazione con il geologo Mario Tozzi e l’associazione culturale A.A.A.A.I.O’.
E allora Ajo’… val sempre la pena osservare, capire, ragionare sul patrimonio che i nostri padri del passato ci hanno tramandato. Magari scopriremo che per davvero è stato schiaffeggiato dal mare oltre che dall’incuria del tempo e dell’uomo. Per il resto chissà, forse riusciremo a reagire consapevoli che non è più tempo di perder tempo.
Ma sarà la volta buona per vivere scientemente una nuova primavera culturale, all’insegna della valorizzazione e, ancor prima, della consapevolezza?
Marcello Polastri
…
La mitica Atlantide era per davvero la Sardegna?
Nel descrivere il mitico regno di Atlante in due dialoghi ambientati al tempo della morte di Socrate (399 a.C.), Platone parla di “un’isola grande più della Libya e dell’Asia”, potente, civile e sacra a Poseidon, il dio del mare.
I suoi abitanti avevano uno stretto legame con i Tirreni, dunque con i “costruttori di torri”. Era una terra circondata dal mare e però ricca di acqua dolce. Le sue foreste erano sconfinate, il clima mite permetteva più fioriture e raccolti all’anno.
Era la terra dei metalli, argyròphleps nesos, insomma “l’isola dalle vene d’argento”. Era cinta da mura di oricalco, ricoperte di ogni metallo.
Atlantide si trovava a Ovest della Grecia e delle Colonne d’Ercole ed era già antica per gli antichi quando entrò in conflitto con Atene e gli Egizi.
Raccontano che a distruggerla fu l’ira degli dei. Lo “schiaffo di Poseidone“.