A Cagliari sta nascendo una specie di corsa all’installazione e alla dotazione di defibrillatori.
Forse non siamo a tanto però stupisce il fatto che, sia nei locali pubblici sia in quelli privati, così nelle sedi di alcune associazioni di volontariato, oltre che nelle palestre, in tanti sono orientati per l’acquisto di un defibrillatore.
L’OBIETTIVO comune? Intervenire su chi, colto da un malore e per l’esattezza da un arresto cardiaco, potrebbe ritrovarsi in pericolo di vita.
La cronaca ci ha mostrato parecchi casi di decessi, anche per strada, dovuti ad arresti cardiaci.
I CITY ANGELS ad esempio, che per strada vanno ad aiutare i meno abbienti, questa sera e domani daranno vita a due feste con una raccolta fondi. Lo scopo? Acquistare un defibrillatore.
L’operazione costerà loro circa 2000 euro. E allora cosa spingerà, tante persone, a dotarsi di un defibrillatore?
LA SOLIDARIETÀ anzitutto. E la possibilità di intervenire prontamente su una persona che va incontro ad un arresto cardiaco.
Insomma il numero dei defibrillatori sembrerebbe destinato a crescere nel capoluogo sardo.
Un fatto positivo, secondo le persone che hanno avuto a che fare con gli arresti cardiaci.
BEN 5 ARRESTI cardiaci ha “collezionato” Luigi Vacca, cagliaritano, 42 anni, direttore di sala di un noto ristorante nel quale ha avuto il primo, tremendo malore. Il ragazzo si è salvato per miracolo: grazie ad un massaggio cardiaco.
Tra qualche giorno anche nel locale dove lavora Luigi, sarà presente un defibrillatore.
Come non citare, in tema di dispositivi salvavita, Paolo Casu, vicepresidente del Consiglio Comunale che ha fatto installare, regalandolo, un defibrillatore a Palazzo
Bacaredda.
PAOLO CASU, ora in corsa per ricoprire la carica di Sindaco con le liste civiche “Insieme ONESTAMENTE per Cagliari” e “Democrazia e Solidarieta”, nel Settembre del 2012 è stato infatti il primo consigliere comunale del capoluogo sardo e a quanto ci risulta anche l’unico, ad aver donato – pagandolo in proprio – un defibrillatore. Sembrerà banale, ma così non è.
Chi accede al palazzo civico di via Roma noterà, dentro l’ufficio del corpo di guardia, l’apposito armadietto con il defibrillatore che fa bella mostra di se.
SOLDONI. Casu ha inoltre richiesto e pagato la formazione di 11 dipendenti comunali che hanno ottenuto l’abilitazione all’utilizzo dei defibrillatori “DAE”, con la certificazione BLSD, “Basic Life Support and Defibrillation”. Insomma, non serve avere un defibrillatore se al momento del bisogno non c’è una persona i grado di usarlo, e bene.
LA FORMAZIONE. Anche di questo argomento, della formazione così della premiazione di uomini e donne che hanno tratto in salvo non poche vite dinnanzi agli arresti cardiaci si parlerà lunedì prossimo. L’appuntamento delle ore 18,30 nel ristorante l’Antica Cagliari che per volontà del gestore Alberto Melis, si doterà appunto di un defibrillatore, farà il punto della situazione su quanto sta accadendo in città con il fenomeno dei defibrillatori.
C’è stato chi, tra i proprietari e i gestori di attività commerciali, ha posizionato il defibrillatore in un apposto armadietto “indicato” con apposita cartellonistica ad hoc. “Se fosse necessario intervenire – racconta Alberto Melis – il personale del ristorante l’Antica Cagliari potrà contribuire a salvare una vita umana, grazie al buonsenso e alla solidarietà verso i nostri clienti e ai cittadini tutti“.
QUARTIERE A PROVA DI CUORE. “La
Marina – conclude Melis – è un quartiere tra i più frequentati anche dai turisti ed è importante poter avere a disposizione, dentro la sede della ns attività commerciale, un dispositivo salvavita dinnanzi ad una persona colta da un arresto cardiaco e per tutti coloro che dovessero averne bisogno, sia dentro il locale che fuori, anche per il bene di quanti passano in zona“.
IL DOMANI. Chissà se anche altri locali, società sportive, palestre, circoli e insomma oltre a L’Antica Cagliari, al Palazzo Comunale di via Roma, al ristorante Lo Zodiaco, al Golfen Coffee di via Paoli, seguiranno l’esempio?
Per una città più solidale e a misura d’uomo. E, dato che ci siamo… anche di cuore.
Marcello Polastri