Un giorno alla sua porta ha bussato Fiorello.
Fiore stava a Pula e per un banalissimo errore ha spaccato in due il vetro del suo I-Phone 5. Poi, nell’ordine, si è presentato sempre con il cellulare rotto, Mario Cipollini e poco dopo, anche lo chef Carlo Cracco. Il personaggio di Masterchef (a sinistra nella foto), se da un lato è abile ai fornelli, vero è che ha avuto meno fortuna con il suo cellulare, dunque per farselo aggiustare si è dovuto rivolgere a un cagliaritano.
Perché lavora in Sardegna, il mago del cellulare e si chiama Michele Sassu. Ha 46 anni, dall’età di 4 ama smontare le macchinette regalate dai suoi genitori. Forse furono i primi a dubitar per questa sua “strana mania” consistente nel toglier viti e bulloni dalle cose assemblate. Ma a volte, si sa’, le nostre fisse celano intuizioni. E Michele, abbandonate le macchinette, ha fatto tesoro di quella sua mania divenuta passione.
È la passione per la tecnologia che nel 2013 si è tramutata in una vera professione e nella magia di riuscire ad aggiustare qualsiasi tipo di telefono, tablet, insomma di qualsiasi aggeggio per parlare ed ascoltare. Lui è uno che opera a fin di bene, ristabilendo contatti e comunicazioni, ricollegando i fili rotti o i display inanimati.
Non a caso, “c’è chi il cellulare lo usa con il display rotto, chi ci applica un adesivo come per simulare la rottura del cristallo protettivo; chi spende una marea di soldi per ripararlo e chi ama proteggerlo, come se fosse un gioiello da custodire in un apposito astuccio”, ci svela Michele. Del resto, lui, ne vede i tutti i colori.
Tante persone poi, per aggiustare il telefonino rotto, sono disposte a far chissà quali sacrifici. Perché i cellulari, anche se alcuni non amano ammetterlo, sono parte integrante del nostro mondo. “Talvolta ce ne rendiamo conto solo quando fanno i capricci e dunque difettano”. È allora che “capiamo all’improvviso quanto siano effettivamente importanti per noi”.
L’AGGIUSTATELEFONI Michele ha al suo attivo una breve ma intensissima attività di “aggiusta-telefoni”. Termine riduttivo per descrivere gli stratagemmi che adotta per riparare i telefoni cellulari ed i tablet che si fondono in acqua, e che resuscita anche attraverso un “lavaggio a ultrasuoni”, considerate le apparecchiature delle quali ha dotato il suo laboratorio. Lo ha battezzato Cagliari Repair e nelle cassette di cartone custodisce migliaia e migliaia di esemplari rotti: ci sono modelli Apple, Samsung, Alcatel, e tanti altri oggetti che ha sostituito con altri pezzi. Di plastica o di cristallo.
Il segreto per aggiustar bene un telefonino?
“Semplicissimo, basta usare pezzi originali”. Per aver successo in questo campo? “Una componente fondamentale è non chiedere tanti soldi per la manodopera, ma neppure svender un lavoro delicato e impegnativo, che porta via del tempo“.
QUANTO COSTA LA RIPARAZIONE? Si va dalla riparazione di un I phone 4 e 4 s a partire dai 50 (per un cambio di batteria) ai 70 euro per sostituire il vetro protettivo, agli 80 euro per gli I phone
Variano i costi per i Samsung in base alla loro grandezza e così per i tablet di ultima generazione.
“Nel mio laboratorio, dove uso soli ripari originali, arriva spesso gente disperata perché non può usare il telefono, che magari si è appena rotto, o è caduto nel water. Così via“.
“Di recente – prosegue Michele nel suo laboratorio – c’è stato anche chi mi è venuto a prendere, certo pagando il dovuto, per portarmi nella sua residenza estiva fuori città e chiedermi di rimettere in sesto il suo telefonino“.
È il caso di personaggi come Fiorello? Del campione di ciclismo Mario Cipollini? Dello chef Carlo Cracco?
“Preferisco non rispondere. Sono persone alle quali ho aggiustato, di decente il cellulare. Ed è vero che alcuni di noi, senza il cellulare, non sono quel che sono perché non possono comunicare celermente; infatti tutti, senza un portatile, incontriamo limitazioni nel comunicare”. Insomma è come se avessimo la voce a metà, come se non avessimo più la voce e l’udito, senza il cellulare.
Marcello Polastri
(By: https://m.facebook.com/MarcelloPolastri).
Pubblicato sul quotidiano Casteddu On Line.