L’antico Convento dei Padri Scolopi di Isili, dal 2000, ospita una straordinaria testimonianza della genuinità delle produzioni artistiche (e materiali) sarde. E’ il museo del rame e del tessuto. Scopriamolo…
ALLA SCOPERTA DEL MUSEO DI ISILI
Si racconta che una antica e misteriosa popolazione di nomadi giunti dal mare, dopo aver soggiornato a Cagliari, si stabilì a Isili.
Non sappiamo per quale motivo ma si racconta che quei nomadi portarono in terra sarda usi e costumi, da un territorio molto lontano.
Oggi, questo mistero capace di affascinare e di far discutere, è pressoché impenetrabile. Ed è altrettanto ignota l’origine della lavorazione del rame che guardacaso, a Isili, ha raggiunto livelli eccellenti, di elevato valore artistico.
Una storia che ad ogni modo rivive dal 2000 a Isili dove, per celebrare la tradizione della lavorazione storico-artistica locale, l’antico Convento dei Padri Scolopi è stato adibito a museo.
Le sale di questo edificio monumentale ce risale al XVII secolo, ospitano parte integrante delle tradizioni artigiane locali riassunte in due mostre: la prima conserva oggetti di rame lavorati a mano, mentre la seconda si compone di tappeti, borse e altri prodotti tessili realizzati a mano, con l’arte del telaio.
Lo strumento di lavoro del tessuto, il telaio appunto (nell’immagine), anch’esso esposto nelle sale museali, era un compagno serale delle donne sarde che lo usavano soprattutto nelle lunghe e fredde giornate invernali.
Per chi le visita, le mostre del Convento di Isili sono vere e proprie vetrine di curiosità. E’ come se, queste collezioni di manufatti storico-artistici, prendessero per mano lo spettatore e lo accompagnassero nei vetusti locali dove, tra i manufatti di rame e tappeti, una serie di moderni schermi illustrano l’importanza delle collezioni.
STORIA E TRADIZIONE. Secondo gli antichi dettami della tradizione sarda, la lavorazione del tappeto, riguarda esclusivamente la sfera femminile anche se oggi va avanti in modo diverso rispetto al recente passato.
Il vecchio telaio manuale di legno infatti è stato sostituito da quello meccanico.
A pensare che qualche anno fa, una stanza delle case sarde era generalmente riservata al grande telaio di legno: attrezzo ingombrante ma indispensabile per produrre sia i tappeti, sia i coprisedie, le borse e le robuste tovaglie.
C’era anche chi, tra le donne impegnate nella lavorazione della lana e del tessuto, guadagnava soldi e quindi si dedicava alla lavorazione della lana in modo imprenditoriale.
A Isili si racconta che tante donne lavoravano la lana tutti i giorni dell’anno e guadagnavano così bene che, grazie ai quattrini, provvedevano ad allevare i figli.
MISTERO DEL RAME e tradizioni che tramontano. Oggi la lavorazione del rame che un tempo interessava in esclusiva l’unieverso maschile si protrae in pochi paesi sardi.
I maestri ramai sono infatti in via di estinzione. In tema di lavorazione del rame, invece, i più curiosi raccontano che, sempre a Isili, si sarebbero stabiliti dei nomadi, probabilmente di origine zingara o ebraica.
Ma questa è una storia tutta da approfondire. Pertanto, nell’invitarvi ad andare a visitare il Museo, se ne sapete di più sul mistero del rame, fatevi sentire.