Lo abbiamo batezzato “Rodolfo”. E’ un rospo che durante una recente visita nell’area storico ambientale di Tuvixeddu a Cagliari si è mosso tra i fanghi delle desolate gallerie sotterranee…
AVVISTATI SOTTO CAGLIARI TANTI ROSPI CURIOSI IN VIA DI ESTINZIONE. SEGNO CHE IL SOTTOSUOLO E’ PRIVO DI INQUINAMENTO?
Durante una recente visita nell’area storico ambietale di Tuvixeddu a Cagliari abbiamo riscontrato la presenza di numerosissimi rospi che si muovevano tra i fanghi delle desolate gallerie sotterranee.
Le nostre lampade li hanno illuminati mentre, mimetizzati tra i fanghi dalla loro pelle color verde e marrone chiaro, aprivano e chiudevano i loro occhioni curiosi.
Sembrerà banale ma la notizia ha la sua importanza se considerate che in Italia i rospi stanno scomparendo.
Il perchè è presto detto. Fattori come inquinamento dovuto allo smog, il traffico automobilistico che spesso mina gli spostamenti di questi animali, e soprattutto le modifiche all’habitat naturale del rospo ne stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza. A rivelarlo nel recente passato è uno studio dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, secondo il quale il 70 per cento delle popolazioni di rospo in Italia è in drastico declino.
Per questo mese, dunque, il rospo cagliaritano avrà qualche istante di celebrità, quale abitante di Cagliari sotterranea. E’ uno dei pochi abitanti che, in realtà, silenziosi, sembra apprezzare il sottosuolo del capoluogo sardo, troppo spesso trascurato e invaso da rifiuti. E che ora, grazie al nostro avvistamento possiamo dire “ama le visce della nostra città”.
Negli ultimi anni si è discusso anche in appositi convegni scientifici della diminuzione della specie di “rospo comune” in Europa anche se i dati ufficiali a supporto di questa ipotesi scarseggiavano.
Poi, i ricercatori della RULE (Research Unit of Landscape Ecology) del dipartimento di Scienza dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano, coinvolgendo numerosi esperti che da anni partecipano ad azioni di monitoraggio dei rospi, hanno offerto dati molto interessanti.
Dopo aver analizzato 33 popolazioni di rospo comune in diverse regioni dell’Italia settentrionale e centrale negli ultimi 20 anni, hanno dimostrato che il 70 per cento delle popolazioni di rospo è in drastico declino, e solo il 10 per cento sarebbe in aumento.
Non solo. Alcune popolazioni, un tempo floride, si sono stinte. “Abbiamo monitorato la situazione degli ultimi vent’anni – ha affermato ad esempio l’ecologo Emilio Padoa-Schioppa, ricercatore presso il Dipartimento di Scienza dell’Ambiente e del territorio“.Schioppa ha anche detto che “i trend che noi abbiamo misurato venissero confermati, il rospo comune andrebbe inserito tra le specie da proteggere in quanto, secondo i criteri dell’Unione Internazione Conservazione della Natura, è a rischio estinzione”.
Dunque, il rospo comune (Bufo bufo), considerato tra gli anfibi più diffusi e conosciuti in Europa perchè presente in diversi ambienti, sia naturali sia antropizzati, andrebbe monitorato. E noi di Sardegna Sotterranea, con questa segnalazione, speriamo di aver contribuito da portare un po di luce circa la vita del rospo comune, illuminato dai nostri riflettori nelle umide grotte cagliaritane.
CURIOSITA’. «Il rospo –ha detto il ricercatore Schioppa – è un animale tipico della nostra fauna e molto utile per il controllo degli insetti nocivi. Il drammatico declino nelle popolazioni di rospi è preoccupante, potremmo rischiare di perdere uno degli animali più caratteristici dei nostri ambienti.
Ulteriori ricerche dovranno essere compiute per chiarire le cause di questo declino e lo stato di salute di altre popolazioni non coperte da questo studio”.
GHIANDOLE. Le secrezioni ghiandolari di alcuni rospi di questo genere sono caratterizzate dalla presenza di sostanze allucinogene, tra cui, le principali sono la 5-metossi-N,N-dimetiltriptamina, la bufotenina, la S-metossi-Nmetiltriptamina, la serotonina e la 5-idrossi-Nmetiltriptamin. A minacciare la sopravvivenza del rospo sono numerosi fattori, tra i quali il traffico automobilistico che ne decima le popolazioni in migrazione durante la stagione riproduttiva.