I cancelli d’ingresso spalancati, una maniglia rotta e abbandonata per terra e, poco oltre, una una siringa con del sangue. È allarme acqua potabile a Cagliari. Perchè, stando ai fatti, esiste il rischio di un potenziale attentato ai serbatoi di Abbanoa accessibili da piazza Loddo. Per meglio capire, ricostruiamo la vicenda.
E’ domenica 1 marzo. Di buon mattino, due guide turistiche seguite da un gruppo di curiosi, raggiungono il parcheggio di piazza Loddo tra l’Anfiteatro romano e il Palazzo delle Scienze. Nella piazza si affaccia l’ingresso di un tunnel che immette negli impianti dell’acqua potabile. Ed è in questo punto che salta agli occhi dei passanti una vistosa anomalia: delle tre porte poste a protezione dell’impianto, due sono spalancate. Eppure danno accesso a un complesso sotterraneo raccordato con i grandi serbatoi scavati nel 1800 sotto la collina di Buoncammino per conservare l’acqua potabile della città.
Ad attrarre i gitanti sono altri curiosi particolari: la maniglia di una delle porte ad esempio è abbandonata sul terreno. E poi c’è una siringa.
Elementi inquietanti che lasciano spazio all’ipotesi di un gesto vandalico o di un tentativo, certo scongiurato, di attentato all’acqua potabile. Sarà opera di un atto vandalico, oppure dell’incuria del tempo e dell’uomo? Nel dubbio, quel che è certo, è la funzione dei quei serbatoi nei quali l’acqua proveniente dai bacini del Corongiu e del Simbirizzi viene clorata e dunque resa bevibile. Sorge spontanea una domanda. Cosa starà accadendo nei serbatoi dell’acqua potabile che giunge ai nostri rubinetti? E come mai per sorvegliare questo importante punto strategico per il capoluogo sardo, non sono presenti telecamere?
Della vicenda è stata informata la società Abbanoa e sono attesi nuovi sviluppi.