Secondo Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria “Numericamente c’è un eccesso di offerta ed il problema è che spesso non è qualificata” ma “è disaggregata e difficile da comunicare perché la penetrazione dei marchi è debole; si tratta quasi sempre di hotel individuali che fanno fatica a essere visibili sul mercato internazionale.
Non e’ un novita’ sapere che anche le abitudini degli Italiani stanno cambiando e che le vacanze sono più corte (4,3 giorni la durata media), anche meno legate all’ombrellone; ci sono più turisti stranieri (+3,9% di presenze nel 2011), grazie alla diffusione dei voli low cost, con esigenze però calibrate su standard e modelli culturali internazionali.
E noi Sardi, mi viene da pensare, con tutto quel ben di Dio che il nostro territorio offre tra mare, montagna e pianura, tra miniere e spiagge, passando per l’archeologia spesso abbandonata, l’arte sacra, i nostri paesi che sono monumentali, epicentro di eno gastronomia, non siamo capaci di muoverci in questa direzione?
Siamo c
apaci di mandare avanti una sinergia turistica eccome. Basta unire le forse.
E sta qui la strategia da adottare ma anche il primo, grande ostacolo.
Bisognerebbe far rete, fare sistema, anche usando la rete informatica, usando internet.
Oggi e’ necessario trarre stimolo dalla crisi attuale anestetizza con la quotidiana spremuta di notizie in negativo.
E’ necessario saper promuovere all’estero il brand Sardegna! Restando in Sardegna ed occupandoci di conoscere anzitutto e poi valorizzare il territorio, mostrandolo anche attraverso la rete internet, all’estero. Creiamo una offerta diversificata, per tutti i gusti ma partiamo.
L’offerta andrebbe distribuita partendo dai singoli paesi, dai territori ricchi di cultura ma poco noti, creando saporite attrattive con la promozione delle risorse culturali locali.
Ne gioverebbe il piccolo imprenditore ed il band and breakfast, il patrimonio artistico che pochi si filano al museo, che di musei deserti e’ piena la Sardegna.
Nascerebbero eventi enogastronomici di contorno, o di punta.
E fiorirebbero itinerari tematici, alla scoperta della natura, dello sport, della storia e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. E’ tanto difficile? Forse no.
Per questa ragione abbiamo pensato, con un gruppo di associazioni (Cavita’ cagliaritane, Amici di Sardegna, Ambiente Sardegna, Aloe Felice etc) di unire le forze.
Abbiamo pensato di creare un movimento che possa raccogliere le idee di piccoli e grandi imprenditori, e trasformarli in offerta turistica, creando sistema.
Il caso Anfiteatro romano di Karales chiuso, e pieno di rifiuti, e’ emblematico, la Necropoli di Tuvixeddu sotto un manto di erba secca mette i brividi, così tanti nuraghi meta dei tombaroli, che potremmo resuscitare con iniziative di rievocazioni storico-culturali.
Se vi va, aderite alla nostra iniziativa sul
nostro sito oppure scrivendoci a sardegnasotterranea@tiscali.it
Faremo tesoro delle vostre idee, delle possibili segnalazioni.
A volte, una pietra lanciata in uno stagno e’ capace di creare onde positive e coinvolgenti capaci di smuovere le acque stagnanti.
Marcello Polastri
Presidente di Sardegna Sotterranea
I DATI DAI QUALI PARTIRE
Da: Il Sole 24Ore del 4 agosto 2012.
Negli ultimi due anni c’è stata una forte ripresa dei flussi stranieri, e la previsione per il 2012 – secondo il Centro internazionale di studi sull’economia turistica (Ciset), collegato all’Università Ca’ Foscari di Venezia – è di un +2,5% negli arrivi, in crescita soprattutto dal Nord Europa e dai Paesi emergenti; continua invece a calare il turismo interno, in gran parte per l’erosione della capacità di spesa indotta dalla crisi economica.
Nel 2011 i turisti stranieri hanno speso in Italia quasi 31 miliardi di euro (+5,6%), in crescita soprattutto al Sud e nelle Isole (+6,2%). Resta trainante il peso della Germania (16,7%), che nel 2011 ha fatto registrare anche un aumento dei flussi di spesa (+11,8%).
In regioni come Veneto, Toscana, Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna si concentrano quasi il 68,5% della spesa dei turisti internazionali e il 61,7% del valore aggiunto turistico.
Il settore rappresenta oltre il 7% del Pil nazionale (circa 10 miliardi di euro) e quasi il 14% dell’occupazione.