Cagliari. “Correte correte, un ragazzo sta chiudendo le gallerie di Tuvixeddu, accanto alla necropoli punica“.
È questo l’allarme che venerdì 12 dicembre alle 15,30 ha raggiunto il telefono dell’associazione Sardegna sotterranea che si è ritrovata inaspettatamente coinvolta in una serata movimentata, nell’oscuro labirinto sotterraneo del rione Sant’Avendrace.
Teatro del “misfatto” il medesimo complesso di gallerie monumentali che lo scorso 20 novembre sono state ripulite dai volontari, in collaborazione con la società De Vizia.
Una operazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in piena regola, contro l’abbandono dei rifiuti nelle aree storiche e siti archeologici, nella quale decine di persone hanno sgomberato il sottosuolo dall’immondizia, auspicando la valorizzazione di una città sotterranea sconosciuta ai più.
Si ipotizza, però, che questa iniziativa pubblica sia stata considerata da qualcuno come un azzardo, una specie di atto di lesa maestà.
L’ACCESSO ALLA GALLERIA, situato in un terreno di viale Sant’Avendrace immette, dopo un dedalo di tunnel, in una soprastante struttura abbandonata da decenni e di recente occupata da una coppia di ragazzi.
Chi avrà chiuso la monumentale caverna e perché?
GLI ESPLORATORI. Al momento del loro arrivo, gli speleologi (c’era anche Marcello Polastri, alla guida di Sardegna sotterranea), hanno trovato con la Polizia Municipale l’ingresso dei sotterranei sbarrato dall’interno.
I malintenzionati hanno usato tronchi di legno e pezzi di ferro: evidente l’alterazione dello stato dei luoghi, di grande importanza storica e archeologica, nel quale l’anonimo malintenzionato (o più d’uno) ha agito indisturbato fino all’arrivo della testimone che, appunto notandolo e preoccupandosi, ha dato l’allarme.
LA TESTIMONE è una signora di 60 anni e ha chiamato gli speleologi e la Municipale, precisando di aver visto un giovane armeggiare con degli attrezzi da lavoro, tra l’ingresso della galleria e il terreno di viale Sant’Avendrace ripulito dai volontari una ventina di giorni fa.
La signora ha anche raccontato, basita, di come quell’individuo “che sembrava un invasato“, abbia asserito, una volta interpellato: “darò vita a un percorso turistico sotto la città, allestirò tavoli e nel prezzo del biglietto offrirò anche l’arrosto“.
Una intenzione apparentemente nobile ma, in questo caso, del tutto fuoriluogo, portata avanti da persone non autorizzate. Peccato (si fa per dire), che l’area sia vincolata , perché ricca di vestigia storiche, accanto alle quali, per avviare qualsiasi intervento è necessario ottenere le dovute autorizzazioni, stilare un progetto preliminare, indire una gara d’appalto.
Servirebbe dunque la volontà politico-istituzionale per valorizzare questi luoghi della memoria e renderli fruibili, soprattutto mettendoli in sicurezza.
CON L’ISPEZIONE, la Polizia municipale ha verificato sia lo stato dei luoghi e quanto era appena accaduto nei passaggi sotterranei: sono stati fotografati segni di manomissioni, specialmente in contesti di tombe puniche, sia nelle gallerie che nel soprastante terreno.
L’allarme per questo attentato al patrimonio storico della città ha inoltre raggiunto il 113. Una pattuglia della Polizia di Stato è giunta in un baleno in viale Sant’Avendrace.
Una volta sbucati in superficie, gli agenti, si sono ritrovati in un soprastante terreno chiuso da cancelli e reti e hanno inoltre identificato chi occupa le locali strutture abbandonate, a due passi dall’ingresso del parco archeologico di via Falzarego.Sarà partita da qui la spedizione di accaparramento dei complessi sotterranei che si addentrano sotto la necropoli punica più grande d’Europa?
Potrebbe essere questa la pista da seguire.
Sugli sviluppi della vicenda vige ora il più stretto riserbo. Di sicuro torneremo su questo “caso” singolare e vi terremo informati. Anche per capire se dietro questo folle tentativo di chiusura del sottosuolo si nasconde un gesto di stizza nei confronti dei volontari che vorrebbero preservare e valorizzare l’identità violata del capoluogo regionale. Oppure qualcos’altro.
Riflessione
Nessuno può chiudere deliberatamente, oppure aprire a proprio piacimento luoghi storico-archeologici e occupare in barba alle leggi, edifici dentro la necropoli punica di Tuvixeddu, non trovate?
Hanno detto:
Alessandro Congia, giornalista e fotografo ha allertato con una telefonata il 113:
“È vergognoso dover assistere a situazioni di totale anarchia dove chiunque si arroga il diritto, peraltro inesistente, di chiudere le porte d’accesso al patrimonio storico e speleo-archeologico della città“.
“Noi, da operatori della comunicazione impegnati anche nella divulgazione del patrimonio storico – conclude Congia – continueremo a vigilare e a offrire una puntuale informazione ai cittadini e a chi è preposto ad intervenire, in sinergia con le forze dell’ordine, per impedire sfregi e danneggiamenti.
La settimana prossima trasmetteremo una dettagliata relazione con tantissime immagini sullo stato dei luoghi e se vorranno, le istituzioni alle quali faccio i più calorosi auguri di buon lavoro e le forze di polizia, non avranno certo difficoltà, con l’aiuto degli esperti, a individuare i responsabili”.
Alcune immagini scattate durante l’ispezione dell’altra sera.
Le immagini più significative verranno fornite alle forze dell’ordine.