I dipinti di Domenico Del Frate, i bassorilievi di Antonio Canova, statue e lampadari di cristallo; mobili di lusso e, sotto sotto, il buio del sottosuolo con i suoi misteri e le opere d’arte.
Sono luoghi e cose familiari a Benito Mussolini che a Roma, con la riapertura dei sotterranei della sua residenza “di guerra”, ritornano d’attualità.
Tra i posti che in Italia sono capaci di unire il fascino architettonico delle ville d’un tempo all’utilizzo del sottosuolo (per rifugiarsi in caso di bombardamento), troviamo Villa Torlonia. Dal 22 luglio 1925 al 25 luglio 1943 l’edificio divenne – al prezzo figurato di appena 1 lira – la residenza romana di Benito Mussolini su invito di Giovanni Torlonia junior.
IL NOME DELLA VILLA trae origine dal celebre proprietario, Giovanni Torlonia che 1797 acquistò, lungo la via Nomentana, un immenso terreno per poi costruirvi, nei primi anni del 180o, diversi stabili e un circostante parco.
Alla struttura originaria della villa furono aggiunte terrazze, porticati e locali di servizio: Palazzo Valaderiano ad esempio, annesso alla residenza principale, ospita Salle à manger, una bellissima sala da ballo che lascia esterrefatti i visitatori per la sua eleganza.
Qui, ai tempi di Mussolini, furono ospitati importanti ricevimenti e divenne celebre quello con Mahatma Gandhi, avvenuto nel 1930.
UNA FINESTRA SEMICIRCOLARE, imponente, ne illumina le pareti che, ricoperte di specchi colorati, moltiplicano la luminosità e creano effetti ottici sbalorditivi.
Il secondo volto della villa si compone di gallerie, cisterne per l’acqua e cantine per conservare le derrate alimentari.
Nelle oscurità del seminterrato, protetto da un cancello, un tunnel immette nel Bunker segreto. E’ una vera e propria discesa nelle viscere della terra e della storia.
Percorrerla significa scoprire che i soprastanti edifici poggiano su un reticolo di cunicoli e di sale che rendono unico questo bunker, dotato nell’insieme di tre strutture blindate chiuse con porte antigas, ambienti intonacati e tinteggiati di bianco, con docce e locali, pavimenti ricoperti di pianelle.
Mussolini desiderò fortemente una residenza sotterranea, un luogo recondito nel quale trasferirsi in caso di estremo pericolo. Era convito del fatto che i due preesistenti sotterranei, a due passi da Villa Torlonia, pur essendo stati rinforzati, non potevano reggere i pesanti bombardamenti dell’epoca. E forse aveva ragione.
Oggi, accedere a questi luoghi è possibile grazie all’associazione Roma Sotterranea. Gli speleologi e le guide offrono un servizio di visite a pagamento, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici e storico artistici e con l’Assessorato alla cultura di Roma capitale.
DA NOVEMBRE, scendere nell’underground di Villa Torlonia è nuovamente possibile mentre in passato le visite guidate cessarono, causa la scoperta in alcuni ambienti sotterranei del temutissimo GAS RADIOATTIVO.
Eliminato il RADON (vedi l’approfondimento), la visita è nuovamente possibile: dura 1 ora, costa 7 euro e va prenotata nei giorni prestabiliti come leggiamo nel sito internet di riferimento.
Anche questo è un modo diverso di far turismo partendo dal basso, per leggere e per raccontare la storia del Belpaese ai tempi di Mussolini e ancor più indietro, nella nostra storia.
Immagini di Ignazio Perniciano.
Suggerimenti: Gas Radon nei sotterranei di Roma?