Le immagini che vedete mostrano un mondo buio, fatto di grotte, cunicoli, gallerie. Un sottosuolo degno di nota ma poco noto, situato nell’area più trafficata del centro urbano a Cagliari dove a breve verranno portati avanti i lavori di “messa in sicurezza” nella famigerata area dei crolli.
E’ un luogo ricco di storia, di tracce antropiche, del passaggio degli uomini preistorici (cultuma Monte Claro), fenicio-punici, romani, piazza d’Armi.
Essa racchiude cavità sotterranee familiari agli speleologi, di grande fascino.
L’altro ieri, su questo angolo di città, l’Agenzia regionale distretto idrografico ha espresso un parere favorevole per adottare la “perimetrazione di via Peschiera e dintorni”.
Cosa significa? Questa zona sensibile di Cagliari è stata riconosciuta “area Sinkhole”, zona crolli, ed è altro il rischio idrogeologico.
Ora sarà necessario recuperare dalle casse statali altri soldi oltre a quelli già stanziati (e immediatamente spendibili), per mettere in sicurezza il rione dove case e palazzi sono andati incontro, specialmente dopo l’alluvione dell’autunno 2008, a crepe e a spaccature sui muri e le tettoie.
Intervenire in tal senso è impellente, è necessario. Il quartiere-gruviera attraversato da strade come piazza d’Armi, via Marengo, Montenotte, Castelfidardo e da un tratto di via Is Mirrionis, soffre silenziosamente, perché sottoterra si sprigionano gemiti quasi inafferrabili di assestamento. Sopra la terra, invece, sbottano gli abitanti, esausti di attendere la messa in sicurezza delle loro case, delle strade che attraversiamo tutti o quasi.
7 milioni e 200 mila euro verranno infatti impiegati per i primi interventi che si concentreranno tra le vie Peschiera, Marengo e Castelfidardo, zone nelle quali è l’emergenza crolli è maggiore e che verranno transennate.
IL PRIMO INTERVENTO (costo 1 milione e mezzo di euro) riguarderà via Marengo. La strada verrà in parte chiusa alla circolazione. Verrà scavata la sezione stradale e realizzato un cosiddetto “cunicolo tecnologico”, un grande canale impermeabilizzato che conterrà tutti i sottoservizi. Sarà dotato di sensori che rileveranno la presenza d’acqua e di perdite.
Poi, via al riempimento di una grande sala sotterranea, quella un tempo occupata dal famoso lago di piazza d’Armi, composto in prevalenza da acque clorate, perse dalla malridotta rete idrica, ora aggiustata.
Da una parte, però, Cagliari perderà sotto una colata di argilla espanza, le sue preesistenze storiche e archeologiche: tracce di scavo nella roccia, create per estrarre conci di calcare nei seoli passati.
“Un intervento che, un domani, potrà comunque andare incontro alla valorizzazione del sito, levando l’argilla, ma ora è tempo di pensare alla sicurezza della piazza” disse l’Assessore comunale ai trasporti Mauro Coni.
Già, la sicurezza prima di tutto, vero. Anche se, questa ingente spedita di denaro, necessaria per arginare il fenomeno crolli, è figlia della trascuratezza umana. Di una città nella quale l’uomo ha sempre estratto roccia, rendendo instabili aree poi abitate intensamente. Nelle quali sono sorti nuovi pesi, moderni palazzi, scorre il traffico caotico della città.
Interventi milionari per porre rimedio ai vuoti che reclamano, sotto l’asfalto, la roccia asportata, vuoti mai ripristinati, o consolidati.
Tutto ciò vorrà dir e insegnerà qualcosa?