A Stampace, il quartiere cagliaritano sotto le mura di Castello, le ruspe entreranno in azione per riqualificare una porzione del rione adiacente il campetto di calcio tra le vie S. Margherita e Fara. Attenzione: sotto il campetto sono celate cisterne e avanzi di epoca romana. Lo attesta la nostra associazione che ha chiesto alle amministrazioni locali di salvaguardare questi siti…
Via Fara. L’appello degli speleologi per lo spazio dove sorgerà un complesso residenziale
Cagliari. Quartiere Stampace. È giallo sul futuro dell’area archeologica scoperta sotto il campetto sportivo di via Fara dove sorgerà una zona residenziale servita da un parcheggio interrato. Così leggiamo nel quotidiano l’unione Sarda del 20 Aprile 2010.
Paolo Carlo Sau, presidente del consorzio che riunisce i proprietari delle vecchie case che saranno ricostruite dopo la demolizione del ’94, ha annunciato che le cisterne romane rinvenute nel sottosuolo saranno salvaguardate. Ma il presidente di “Cavità cagliaritane”, Marcello Polastri, si dice perplesso perché nel progetto di risanamento non si farebbe menzione del sito archeologico, né di un eventuale intervento a sua tutela. Esplode così una polemica: per gli speleologi, inoltre, nel sottosuolo ci potrebbero essere anche i resti della cripta della chiesa di San Giorgio e un tratto di acquedotto romano. Sau però non è d’accordo. «Ci sono solo le cisterne – sostiene – e, anche se sono destinate ad essere inglobate nel parcheggio, saranno valorizzate attraverso pannelli in plexiglas». Polastri rilevò la presenza delle cisterne nei primi anni ’90. «Si tratta – spiega – di cavità a forma di damigiana, profonde 6 metri, larghe una decina e a pianta tondeggiante, rivestite con una malta impermeabilizzante realizzata con una tritura di cocci rossi e argilla». Molto antiche, forse di epoca romana, riusate poi nel medioevo.
LE CISTERNE. Gli speleologi ritengono che ben pochi conoscono l’esistenza di quei tesori sotterranei e nutrono forti dubbi che la stessa Soprintendenza ne possieda i rilievi. «Noi invece sappiamo esattamente dove sono gli imbocchi, oggi purtroppo pieni di terra e sedime delle case abbattute». Tre cisterne sarebbero celate nel campetto, nel terreno ricco di sterpaglie sottostante il muretto di confine di via Santa Margherita e la terza accanto a via Fara. Salvarle darebbe ulteriore valore all’area residenziale.«Chiediamo attenzione – conclude Polastri – a chi lavorerà in quella zona sensibile, anche in considerazione del profilo geologico della zona, ricca di cavità profonde, senza scordarci che le vicine vie Sant’Efisio, Fara e Santa Restituta continuano a essere interessate da cedimenti. D’altronde il nome Stampace deriva da “stampu”, che significa appunto buco».
Approfondimento sul “caso stampace”
Il Gruppo Speleo-Archeologico Cavità Cagliaritane chiede al Comune di Cagliari particolare attenzione nel portare avanti i lavori in pieno centro città, a Cagliari, nei pressi del campetto di calcio del quartiere Stampace che dovrebbe scomparire a breve per l’avvio dei lavori di riqualificazione. Al loro posto sorgerà – secondo i progetti – un complesso edilizio. Chiariamo subito: la posizione del Gruppo cavità cagliaritane è favorevole alla riqualificazione di un’area nella quale ha regnato a lungo il degrado, ma è anche favorevole alla convivenza tra “nuovo” e “vecchio” e, quindi, alla valorizzazione delle cisterne che di sicuro verranno intercettate durante i lavori. Sappiamo, infatti, che quei beni e cioè le cisterne di epoca romana celate sotto il campetto, potrebbero correre rischi. Pertanto è auspicabile la valorizzazione dei beni identitari ivi celati e magari la loro integrazione (non occultamento o cementificazione), con quanto sorgerà la sopra e attorno!
L’esistenza dei beni archeologici è attestata dal comitato scientifico del GCC che negli anni ’90, quando furono abbattute le palazzine pericolanti lesionate dalle bombe del 1943, rilevò almeno tre cisterne sotterranee, scavate nella viva roccia calcarea e che furono messe in luce dalla benna di una ruspa. Allora, il Presidente del GCC, Marcello Polastri che ha coordinato i rilevi speleo-archeologici a Stampace, evitò che le ruspe distruggessero le antiche vestigia durante i lavori di sterro nel sedime delle case abbattute. Il GCC quindi possiede rilievi e immagini di tali siti e sostiene che gli stessi potrebbero essere valorizzati senza alcun problema per quanti sono impegnati nei lavori di riqualificazione. Anzi: “le case acquisterebbero un valore aggiunto – racconta Marcello Polastri – e mostrerebbero cosa il sottosuolo di Stampace possiede, cioè vari tesori del passato meritevoli di esser valorizzati e conosciuti“.
Per Marcello Polastri le cisterne potrebbero essere valorizzate con una minima spesa: “Basterebbe ripulire dalle macerie le cisterne, chiudere il loro imbocco con un vetro di plexiglass con un adicente pannello esplicativo che spiegi la storia dei siti“. Però, “chiediamo attenzione a progettisti, ingegneri impegnati e a quanti lavoreranno in quel terreno, quai un campo minato della storioa di Cagliari, dove sorgeva una antica Chiesa, la Chiesa di San Giorgio che – secondo Marcello Polastri – sorgeva nei pressi di via Fara, dove sono note alla letteratura archeologica vestigia assai importanti”. Ancora: “Per quanto invece riguarda le cisterne ben note, qualora verranno riportate alla luce – conclude Polastri – il GCC chiede laa tutela integrale dei siti. Ci attiveremo infatti per far salvaguardare la nostra storia“. Ora, la parola, spetta alle istituzioni e ai progettisti!
Il 2 Aprile 2010, il quotidiano regionale L’Unione Sarda, ha pubblicato il nostro appello. Speriamo bene!