(ANSA) – CAGLIARI, 5 LUG – Non toccate il fortino di Guardia Longa a Capoterra: è l’appello lanciato da tre associazioni in una lettera al ministero dei Beni Culturali. L’allarme è per scongiurare l’ipotesi, ancora tutta da confermare, che lo stabile, nato durante la seconda guerra mondiale, sia demolito o spostato per realizzare la nuova statale. “La struttura – spiegano le associazioni – è unica nel suo genere“. In questo modo l’ANSA descrive l’appello contro un presunto attacco alla storia, esattamente al IV Caposaldo Gela di Capoterra.
Infatti, stando alle segnalazioni pervenuteci, il problema per lo storico fortino bellico esiste eccome. Perché la finta macina (questo il nome del manufatto) situato in località Guardia Longa, è uno dei più caratteristici della Sardegna e rischierebbe la demolizione.
Il motivo? Dovrebbe cedere il posto alla nuova Strada Statale 195.
Forse l’opera bellica, costruita 70 anni fa, verrà spostata per far spazio alla nuova strada? Forse verrà risparmiata? Per ora è difficile saperlo.
Secondo quanti ci hanno scritto (tra tutti l’appassionato studioso Valerio Musa), il Fortino militare corre il rischio di andare incontro a una demolizione. Speriamo che non sia così.
Ma, nel dubbio, l’associazione Sardegna Sotterranea, ha scritto alle Istituzioni competenti chiedendo che lo storico manufatto resti nella sua sede originaria e soprattutto che non passi inosservato il suo ruolo storico-identitario, la sua importanza e il pregio architettonico.
All’appello si sono aggiunte qualificate associazioni che amano il patrimonio di archeologia militare della Sardegna e che da anni si battono per salvaguardarne l’identità: L’ASSFORT, l’associazione Archeo.Mil, il Circolo speleologico Sesamo 2000, l’Associazione Aloe Felice e Ambiente Sardegna.
GLI ESPERTI. Per gli esperti, lo storico manufatto è “una singolare opera di pregevole fattura della seconda guerra mondiale e, come tale, andrebbe tutelato, meglio ancora valorizzato“. Di fatto, a far compagnia all’edificio che nel 1943 faceva parte con altri 3 fortini militari di una linea di sbarramento, sono una gru e materiali edili.
LA STORIA. A pensare che tra il 1942 e il 1943, in occasione del Secondo conflitto mondiale, il litorale di Capoterra come quelli di Cagliari e di Quartu Sant’Elena, furono interessati dall’installazione di numerose batterie antiaeree per contrastare un eventuale attacco dal mare all’isola di Sardegna.
Per questo motivo furono edificati quattro fortini denominati “Caposaldo IV Gela”.
“Sono in ottimo stato di conservazione e consentono di apprezzare l’originario progetto difensivo, la spinta filosofica dei progettisti” afferma Marcello Polastri.
Le strutture appartengono peraltro ad una rara tipologia, definita “poliarma”, che fu utilizzata per un breve periodo di tempo per poi essere sostituita dalla tipologia più semplificata, la cosiddetta “monoarma”.
Come frequentemente si riscontra in queste strutture, le postazioni belliche anche per non attirare l’attenzione degli aerei nemici, furono mimetizzate con la costruzione di una sorta di caseggiato agricolo. Esso è ricoperto di tegole e presenta finte finestre.
Il tutto sorgeva dentro un terreno rialzato, ricoperto da vegetazione composta da piante e terra organica, anch’essa trasportata dai soldati. Insomma, un vero capolavoro di architettura votata al mimetismo. E non è tutto…
Talvolta, il progetto, prevedeva anche lo scavo di una vasca per l’acqua, tipica delle strutture abitate e di campagna del Campidano e sta qui la peculiarità del Fortino la finta macina.
IL FORTE MONUMENTALE. Di particolare rilievo risulta uno dei fortini del raggruppamento cui è stato dato l’aspetto di una macina idraulica.
E’ una sorta di piccolo mulino di cemento, dotato di un finto meccanismo integralmente ricostruito in muratura, con tanto di scala esterna. Secondo gli esperti esso costituisce un esempio peculiare di mascheramento, segno della ricercatezza di una soluzione eccezionale, quasi di tipo artistico.
Ora, di fornte a tanto fascino, il timore per la perdita di questo patrimonio è elevato per l’imminente costruzione di un tratto di Strada statale.
Sorge spontaneo chiederci se sarà vero? E, nel dubbio, ci siamo mossi.
E voi, cosa ne pensate? Dite la vostra, se preferirete su Facebook.
Segue la segnalazione delle associazioni ambientali e culturali.
LA SEGNALAZIONE INVIATA AL MINISTERO COMPETENTE
Alla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Cagliari e Oristano
Via Cesare Battisti 2 – Cagliari – Casella posta cert: mbac-sbapsae-ca@mailcert.beniculturali.it
Alla Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
mbac-dr-sar@mailcert.beniculturali.it
Al Ministero per i Beni culturali
Spettabili Istituzioni e Uffici in indirizzo;
la presente per comunicarvi che alla ns Associazione è giunta una segnalazione (vedasi e-mail allegata) secondo la quale sarebbe imminente la demolizione del fortino, risalente al secondo conflitto mondiale, situato in località Guardia Longa a Capoterra (Ca). La distruzione del manufatto che ha oltre 70 anni di storia – secondo le segnalazioni a noi pervenute – sarebbe legata alla realizzazione di una nuova Strada Statale.
Il suddetto manufatto, in ottimo stato di conservazione, ha la peculiarità di essere unico nel suo genere. Caratteristica, questa, insita nel suo aspetto che lo rende mimetico e armonicamente integrato nel territorio, come se fosse un elemento “naturale”. Basti pensare che il fortino, dotato di feritoie, assomiglia ad un mulino in quanto una finta macina è stata inglobata nell’originaria costruzione.
Originale è il suo aspetto che, dal punto di vista architettonico, rende il fortino parte integrante del patrimonio storico – artistico del luogo. Da qui l’idea che il manufatto, anziché demolito, andrebbe tutelato e valorizzato.
La Legge (il Codice Urbani ad esempio e il Codice dei beni culturali e del paesaggio), prevede che lo stesso manufatto anziché demolito, andrebbe magari spostato. Ipotesi, questa, che scongiuriamo perché il fortino fa parte di un sistema di ben 4 fortificazioni disposte in un unico raggio di azione bellica e che, si ribadisce, rendono il territorio nel quale sopravvivono, di notevole interesse.
Si chiede con cortese sollecitudine, se in base ai dati in vs possesso, corrisponda al vero l’imminente demolizione del fortino. Ipotesi, questa, scongiurata e che, speriamo vivamente, riguardi una segnalazione errata a noi pervenuta. Tuttavia, visto quanto precede, si chiede altresì alle SSLL, se l’esercizio delle funzioni di tutela degli uffici in indirizzo, possa tener presente il succitato manufatto, inserendo lo stesso in un urgente provvedimento di tutela, atto a valorizzare il patrimonio culturale sopra descritto.
Preservando, dunque, l’identità e l’originaria integrità dello storico manufatto visibile nelle seguenti immagini. In attesa di un sollecito riscontro, porgiamo cordiali saluti.
Sardegna Sotterranea
Gruppo Speleo archeologico Cavità Cagliaritane
Associazione Aloe Felice
Altre associazioni si stanno aggiungendo, in queste ore, alla nostra istanza.
Una delle segnalazioni spedite all’Associazione Sardegna Sotterranea
Il giorno 26 giugno 2014 14:54, da Mitt ignoto (per privacy), ha scritto:
<< Ciao Marcello tutto bene?
Ti scrivo per un problema riguardante un fortino che rischia di essere demolito… questo fortino ha la peculiarità di essere unico nel suo genere. E’ mimetizzato da finta macina, si trova in loc. Guardia Longa a Capoterra e proprio li ci deve passare la nuova S.S. 195. Le paure (per una sua demolizione) nascono dal fatto che quando in sede di Conferenza dei Servizi, hanno approvato i progetti, nessuno ha segnalato il fortino.
La Soprintendenza, nella persona della Dott.ssa xxx, ha successivamente fatto un sopralluogo dove si è parlato anche di un possibile spostamento del manufatto di una ventina di metri, per metterlo al sicuro nel lotto di un privato cittadino che aveva dato il suo assenso. Non solo. La Fincosit che ha appaltato i lavori dall’ Anas, in assenza di nulla osta (o veti dell’ Anas), mi ha fatto capire che lo demolisce. “Sai un colpo di benna, dato per sbaglio…” questo mi è stato detto. Di fatto, senza risposte dalla Soprintendenza e dall’Anas siamo in un cul de sac. Cosa ci suggerisci di fare, come potresti aiutarci? Ciao e grazie 1000! >>.