A Tarquinia il ritrovamento si una tomba inviolata fa sussultare il mondo accademico. Perché quella che è stata rinvenuta nella necropoli della Doganaccia, tra i sepolcreti di Monterozzi, è forse la tomba di un antico principe.
Una rarità nell’era attuale dove i tombaroli si danno parecchio da fare. A divulgare la notizia sono stati gli archeologi dell’Università di Torino e della Sovrintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale.
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Gli 007 dell’archeolia si sono addentrati in un ipogeo del VII secolo avanti Cristo. Dapprima hanno rimosso una pietra squadrata che sigillava il sepolcro da più di due millenni (per l’esattezza da quasi 2700 anni), e poi hanno squarciato ke tenecre che hanno regnato su quella stanza segreta.
Sono state illuminate armi, come ad esempio una lancia e un giavellotto. E poi tante anfore di terracotta, alcune di esse dipinte, ed un porta-profumi.
All’interno della grande camera sotterranea anche lo scheletro del titolare della tomba: adagiato su un pianale roccioso, è quel che resta delle spoglie mortali di un principe etrusco.
IL TESORO. Dentro ai vasi votivi sono stati ritrovati parecchi gioielli appartenuti ad un uomo deceduto chissà per quale motivo, ed in quali circostanze.
Il periodo di riferimento cronologico ci riporta al tempo di Tarquinio Prisco. Che si tratti del sepolcro di un personaggio lo indicherebbero i gioielli e le armi.
LE SOMME messe a disposizione da questi benefattori dovrebbero consentire agli archeologi di proseguire le ricerche e le indagini alla Doganaccia, per un lungo periodo.
Nuove e importanti scoperte potrebbero celarsi dietro l’angolo o meglio: a pochi centimetri sotto la terra.