La storia di Gairo, centro abitato dell’Ogliastra, nel cuore della Sardegna inizia nel 1200.
La popolazione esercitava il proprio controllo sulla lunga fascia di terra che dal Mar Tirreno giungeva al Flumendosa, passando dalle Valle del Rio Pardu.
LA STORIA travagliata dell’abitato, sorto insediamenti antichissimi, ha inizio dalla fine dell’Ottocento, quando diversi violenti nubifragi provocarono frane e smottamenti.
Poi la terribile alluvione del 1951 che determinò l’abbandono del vecchio borgo quando la pioggia per cinque giorni e cinque notti si abbatté facendo scappar vIs uomini e animali.
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Gradualmente, avvenne però anche la ricostruzione del centro abitato in tre parti: Gairo Nuovo, sito pochi metri più in alto rispetto al centro abbandonato, Gairo Taquisara, distante qualche chilometro dall’abitato originario, e infine Cardedu, costruito sulla piana vicino al mare.
IL VECCHIO abitato costituisce uno dei più famosi paesi fantasma della Sardegna.
Sono inoltre presenti numerosi villaggi ed insediamenti di età nuragica.
Ad esempio il complesso de Is Tostoinis, circondato da maestosi lecci, impreziosito dalla presenza dei vecchi cuiles (o pinnettus), particolari edifici rurali in pietra e legno che furono per secoli le abitazioni dei pastori sardi.
L’altro complesso, quello di Perdu Isu, è costituito da un’area sacra con ripostiglio a cisterna e da un santuario dedicato alle divinità del cielo, la cui roccia, a strapiombo, domina la vallata del Riu Pardu con i suoi boschi mollenari costellati da rocce di grande bellezza, e menhir naturali.
Nella zona marina di Monte Ferru sono evidenti i resti di altri due villaggi nuragici. Nella località di Cuguddadas si trova un antico tempio a pozzo detto Su Presoneddu che significa la piccola prigione.
Ed infatti vi si scorgono ancora dei vani sotterranei con anelli di ferro infissi nelle pareti che, nell’antichità, venivano usati per legarvi i prigionieri.
Al terzo millennio a. C. risalgono invece le cinque Domus de Janas nelle zone di Bacu Arista e di Scalarrana, dove confluiscono il Rio Pardu e il Rio Sarcerei.
Troviamo inoltre il particolare nuraghe Serbissi, situato nella punta più alta di Serra Serbissi e comunicante con una vasta grotta scavata nella roccia della montagna dolomitica sottostante e provvista di due aperture: una nel territorio di Gairo e l’altra in quello di Osini.
Un vero paradiso ambientale e scrigno di sorprese al tempo stesso. Sa visitare anche soprattutto durante l’evento Primavera nel cuore.