Anche Sassari possiede il suo volto misterioso, scavato nella roccia come le grotte e i cunicoli. Alcuni di questi siti li abbiamo esplorati nel recente passato. Il loro pseudonimo? Splendidi. O meglio, sono semplicemente affascinanti.
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Fin dal medioevo, per arrivare alla fonte era necessario calarsi e percorrere il sottosuolo una dozzina di metri, districandosi in un passaggio sotterraneo accessibile dal cuore della città, poiché adiacente la torre del Campanone.
Oggi in quell’area sorge un bel giardino che sovrasta un sottosuolo ricco di tesori e – sopra ogni cosa – di vene acquifere che scorrono, allagno sale sotterranee, per poi perdersi nel buio.
Ripercorrere questo cunicolo, illuminare i suoi angoli più reconditi è suggestivo. Anche perché l’acqua, che abbiamo notato sul fondo, è trasparente.
A pensare che la popolazione locale battezzò questo ed altri passaggi allagati con il termine di “dragonaie”: erano le antiche fonti della città.
E Sassari poggia come su un dorso di balena, un dorso calcareo attraversato di dragonaie dove l’acqua si insinua sempre più in profondità. Non di rado allaga cantine e garage, specie durante le piogge.
Su Sassari sotterranea non è tutto. Risale a maggio scorso la scoperta, nell’area di piazza Castello, di un vecchio rifugio antiaereo:
“È bastato sollevare un anonimo tombino, per trovare l’accesso a oltre 150 metri di gallerie scavate nella roccia alla fine degli Anni 30, con diverse diramazioni, e due ingressi tappati dopo la guerra: uno sotto le Poste e l’altro verso i portici” ha scritto la stampa regionale.
Si tratta di un rifugio imponente, con volte alte quattro metri e gallerie larghe 3.
Anche la piazza d’armi del castello non è priva di sorprese: possiede un pozzo che appartiene al sistema di approvvigionamento idrico della fortezza, indispensabile in caso di assedio.
Gli esperti sostengono che durante la realizzazione del rifugio antiaereo, i cavatori intercettarono il cunicolo che consentiva l’accesso alla sorgente sotterranea adiacente la torre del Campanone.
Non è un caso che sulla volta della galleria “moderna”, è visibile l’antico percorso, quasi certamente medievale, che sale in superficie in corrispondenza dei giardini della piazza. Sassari, possiede altri rifugi: quelli oramai distrutti di piazza Fiume e quelli di via Roma, che restituirono cimeli di guerra: maschere anti-gas e elmetti, botti di legno e orinatoi in ceramica opppure in ferro smaltato. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo.
Marcello Polastri